Gossip e Tv

Pierfrancesco Favino, il ricordo del padre: “Ho scoperto sul set che non c’era più”

Pierfrancesco Favino, con il padre scomparso nel 2002, l’attore ha avuto un rapporto che ha ritrovato la serenità dopo diversi anni poiché il genitore non aveva appoggiato la scelta del figlio di intraprendere la carriera nel mondo dello spettacolo.

Oggi vedremo il tre volte vincitore del David di Donatello e Coppa Volpi 2020 tra gli ospiti di “Verissimo”, dove si racconterà alla conduttrice Silvia Toffanin tra carriera e vita privata e presenterà il nuovo film “Corro Da Te” di Riccardo Milani in uscita il 17 marzo nelle sale, nel quale è protagonista insieme a Miriam Leone. Il debutto a 22 anni ne “Una Questione Privata” film tv, passando ai grandi ruoli che l’hanno portato al successo come Marco nel cult movie di Muccino “L’Ultimo Bacio”, il “Libanese” di”Romanzo Criminale” per la regia di Michele Placido fino ad arrivare a Tommaso Buscetta di Marco Bellocchio ed il Bettino Craxi di Hammamet diretto da Gianni Amelio hanno consacrato Pierfrancesco Favino nell’olimpo del cinema nostrano.

Pierfrancesco Favino, il rapporto con il padre

La scelta intrapresa dal 52enne romano non aveva suscitato buoni riscontri in famiglia. Il padre aveva reagito con una colorita espressione alla decisione del figlio, come aveva raccontato sulle pagine di Vanity Fair:

Solo un coxxxone può fare una scelta del genere”

L’attore aveva risposto alla provocazione con un

Da qualcuno devo aver preso

Si rimbocca le maniche, lavora sodo fino ad arrivare al grande successo ed in men che non si dica il padre si ricrede, tanto che come raccontato dallo stesso interprete collezionava ritagli di giornale che parlavano di lui affermando in seguito che

Ho capito che hai fatto tutto da solo e sono orgoglioso di te’

Fonte Vanity Fair

Sempre sulle pagine della nota rivista, Favino ha ripercorso i momenti nei quali ha appreso la scomparsa del padre durante le riprese di El Alamein di Enzo Monteleone

″È il 2002. Sono nel deserto, nei panni del sergente Rizzo, sul set El Alamein. Un assistente di produzione viene incontro e mi guarda in modo strano. ‘Chiama tua sorella’, dice, poi abbassa gli occhi. Rientro in roulotte e le telefono. ‘Papà non c’è più‘, sussurra lei. Riaggancio e ho un momento di totale scollamento dalla realtà,. Mi osservo allo specchio. Nell’immagine riflessa c’è un tipo che mi somiglia, vestito in modo strano. Esco all’aria aperta. Mi chiedono se me la sento di continuare. Mi hanno già permesso di andarlo a trovare in precedenza e so che non potrò ripartire. Decido di girare. Mentre aspetto il mio turno sulla sedia, il dolore mi attraversa a ondate. Mi ferisce e prima di tornare come una fitta, lascia spazio a un’assurda euforia. Mi sento una balla di fieno trasportata dal vento in un film western. Quando torno a casa, al posto di papà, c’era una pietra col suo nome”.

Fonte Vanity Fair

Immagine di copertina – Photo Credits © Marina Carbone

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