Lo storico frontman dei Litfiba Piero Pelù compie oggi 59 anni, e quale miglior modo per celebrarlo se non riassumere la sua carriera in 10 canzoni della rockband più famosa d’Italia? Tra brani noti e altri meno conosciuti, ecco per voi dieci singoli per conoscere meglio la band fiorentina e il suo carismatico frontman, autore di tutti i testi fin dagli esordi.

Partiamo dalle basi: Piero Pelù e i primi Litfiba

Approdato nella band a soli 18 anni, nel 1980 (anno in cui tengono il primo concerto), il primo lp dei Litfiba esce nel 1985: è Desaparecido, che contiene la traccia “La preda”. Per questa canzone Piero Pelù si è ispirato al padre, il quale gli rimproverava di continuo che non avrebbe avuto alcun futuro con la musica, scoraggiandone così le ambizioni. Nel testo possiamo benissimo notare come sia il giovane Piero ad avere la meglio, dando la caccia a quella preda che fino a poco prima era stata cacciatore.

I Litfiba agli esordi, Piero Pelù è il secondo da sinistra © repubblica.it
I Litfiba agli esordi © repubblica.it

La traccia del successivo album, 17 re, scelta in questa sede è “Tango”, un singolo di protesta contro il servizio militare obbligatorio. Da sempre dichiaratisi obiettori di coscienza, il brano riflette una situazione comune negli anni ’80 e che influenzò anche i Litfiba: il batterista Ringo De Palma, infatti, a sua volta contrario alla leva obbligatoria, si impegnò nel servizio civile proprio mentre il gruppo registrava l’album.

L’ultimo album pubblicato negli anni ’80 è Litfiba 3, e contiene la traccia “Santiago”. Questa canzone è un’aspra critica all’incontro tra Papa Giovanni Paolo II e il dittatore cileno Pinochet; celebri i versi “E dittatura e religione / fanno l’orgia sul balcone“.

Politicissimi anni ’90

Gli anni ’90 si aprono con l’album El diablo, in cui compare “Il volo”, brano scritto in memoria di Ringo De Palma, morto per overdose di eroina, in cui Piero Pelù ricorda l’amico e rimpiange il trattamento che il mondo gli ha riservato, impedendogli di apprezzare appieno la vita. A questo album segue Terremoto, di cui “Maudit” è uno dei brani più famosi e controversi: i Litfiba infatti si scagliano apertamente contro la P2, criticandone l’assidua presenza orwelliana in Italia, soprattutto in televisione.

Nel 1994 esce Spirito, in cui è contenuta la bellissima e struggente “Animale di zona”, che parla di un amore intenso ma impossibile da vivere: il protagonista del testo necessita di porre dei limiti alla relazione, come gli animali selvatici che marcano il territorio, mentre la donna vive una storia in una dimensione troppo illusoria (“Tu preferisci un’altra illusione alla realtà / Io uso parole come coriandoli di spine“).

In Mondi sommersi troviamo “Sparami”, un testo che può riprendere le tematiche affrontate già in “Maudit”: si critica il sistema e l’abuso che fa del potere, cercando di cambiare in maniera coercitiva e rabbiosa i sottomessi, costretti in una metaforica gabbia a incassare ogni colpo. La ballata presente in Infinito, “Vivere il mio tempo”, può essere vista come un presagio: dopo questo album, infatti, i Litfiba si sciolsero per 10 anni. “Ti direi hai ancora / voglia di nuotare in questo mare” potrebbe essere considerata una presa di coscienza di Piero Pelù di fronte alla separazione imminente dallo storico chitarrista Ghigo Renzulli; ma allo stesso tempo “Aspettiamo l’aurora / quando i più bei frutti saranno di tutti” potrebbe significare un successivo riavvicinamento.

Una reunion annunciata

Piero Pelù e Ghigo Renzulli in una foto promozionale di "Eutòpia" © rockol.it
Piero Pelù e Ghigo Renzulli in una foto promozionale di “Eutòpia” © rockol.it

Nel 2009 i Litfiba si riuniscono e danno vita all’album Grande Nazione, una riflessione generale su un’Italia allo sfacelo. Ma nella rovina c’è spazio, come ci insegna il mito di Pandora, per la speranza in un futuro migliore: questo concetto è rappresentato dalla rock ballad “Luna dark”, dedicata alle figlie di Piero Pelù.

L’ultimo album in studio della band, Eutòpia, risale al 2016. In esso è contenuto il singolo “Maria Coraggio”, dedicato alla testimone di giustizia Lea Garofalo.

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Crediti fotografici: riminitoday.it, repubblica.it, rockol.it

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