Era il 15 luglio del 1989 quando i Pink Floyd incantavano letteralmente il pubblico di Venezia con la loro formidabile esibizione. Quello che si tenne sul palco galleggiante in occasione della festa del Redentore fu uno dei più straordinari concerti rock mai tenutisi in Italia. 200.000 spettatori e la magia del capoluogo veneto. Questa fu un’accoppiata vincente.
Il concerto venne trasmesso dalla Rai in mondovisione, coinvolgendo più di 100 milioni di telespettatori, coronando i Pink Floyd nuovamente come idoli indiscussi della musica mondiale. Si trattò della penultima esibizione della band, scioltasi nel 1995, dopo la negazione di Gilmour a una possibilità di riunione.
I Pink Floyd avevano già potuto apprezzare il calore del pubblico italiano. Nel maggio di quello stesso anno, infatti, si erano esibiti a Monza, Livorno, Cava dei Tirreni e Verona. E adesso, l’impresario veneziano Francesco Tomasi, li proponeva per uno straordinario concerto durante la festa del Redentore nella città delle gondole.
All’inizio, l’idea era quella di allestire un palco alto 24 metri sull’isola della Giudecca ma, per motivi di spazio, si preferì utilizzare delle zattere ormeggiate di fronte al Palazzo Ducale. Un concerto sull’acqua. Un evento mozzafiato che in pochi dimenticheranno mai. La notizia fece rapidamente il giro d’Italia, e se per qualcuno fu un evento eccezionale, le critiche non tardarono ad arrivare.
Il dibattito attorno al concerto dei Pink Floyd a Venezia
Il dibattito infatti, ruotò attorno al timore di un volume eccessivo della musica, che potesse compromettere il patrimonio artistico di Venezia. Dopo mesi di aspre discussioni, fu trovata una soluzione per non perdere la possibilità di vivere una serata magica come quella che si dimostrò essere. Venne dato un limite di sessanta decibel e fu vietata l’installazione dei bagni chimici temporanei per motivi estetici.
Tutto adesso era pronto. I Pink Floyd potevano finalmente riempire con le loro note mozzafiato il palco galleggiate di Venezia, scrivendo in un capitolo della storia, una delle pagine musicali più belle cui si potesse mai assistere.
Chiara Moccia
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