La “polvere” di staminali potrebbe essere un nuovo trattamento che aiuterebbe a curare i danni ai polmoni dovuti dal Coronavirus.
La “polvere” di staminali
Il Coronavirus SARS-CoV-2 è un patogeno respiratorio e i polmoni rappresentano gli organi più colpiti.
Questo patogeno è in grado di scatenare la polmonite bilaterale interstiziale con versamento liquido, che può poi sfociare in una estesa fibrosi del tessuto.
Secondo quanto rivelato dalla Società Italiana di Pneumologia (SIP), tale condizione può diventare permanente nel 30 percento dei pazienti gravi sopravvissuti alla COVID-19.
Per prevenire la fibrosi polmonare e altri danni al tessuto è in sviluppo una tecnica rivoluzionaria basata sul cosiddetto secretoma delle cellule staminali mesenchimali (CMS), ovvero cellule adulte, non mature e indifferenziate che si originano nel foglietto embrionale intermedio (mesoderma) e che determinano principalmente lo sviluppo di tessuto connettivale, come il grasso e la matrice extracellulare.
La tecnica, quindi, si basa sul prelievo di questo mix di sostanze che può essere trasformato in una polvere o in un fluido (inalabili o iniettabili). In test preclinici hanno già dimostrato di avere spiccate capacità rigenerative, anti-fibrotiche, antiinfiammatorie, immunomodulanti, e pro-angiogeniche.
Il team di ricercatori
A sviluppare e brevettare questa tecnica è stato un team di ricercatori italiani, guidato da scienziati dell’Università di Pavia, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell’Unità di pneumologia IRCCS Fondazione Ospedale San Matteo e della società di biotecnologie PharmaExceed Srl.
“L’Italia è in prima linea nell’impiego clinico di queste cellule nel Covid-19, perché possono avere un effetto terapeutico e una funzione rigenerativa sull’apparato respiratorio colpito da Covid, proprio attraverso il mix di sostanze che producono”.
Ha dichiarato la dottoressa Maria Luisa Torre, a capo del progetto e direttrice del Cell Delivery System Lab presso l’ateneo di Pavia.
Il secretoma
Qualora il secretoma dovesse essere considerato un farmaco, verrebbe prodotto su larga scala e ad un prezzo contenuto.
Al momento si stanno conducendo alcuni studi clinici in Cina per comprendere sicurezza ed efficacia del mix di molecole.
Secondo la dottoressa Torre:
“Nonostante le ricerche siano ancora limitate, il secretoma sembrerebbe efficace e soprattutto sicuro. Non si sono mai osservati effetti collaterali. Anche a dosaggi elevati per esempio ha un basso rischio di indurre embolie dopo la somministrazione. Non ha indotto la comparsa di tumori, e sembra essere immuno-privilegiato proprio come le cellule staminali da cui deriva. In altri termini, può essere impiegato anche un secretoma ottenuto da un soggetto non istocompatibile senza che si attivi una risposta immunitaria”.
I dettagli sulla tecnica del secretoma sono stati pubblicati nell’articolo “Mesenchymal Stromal Cell Secretome for Severe COVID-19 Infections: Premises for the Therapeutic Use” sulla rivista scientifica Cells.