29 novembre 1944, il primo intervento su un umano

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Di Redazione Metropolitan

Il 29 novembre 1944 l’operazione fu provata per la prima volta su una bambina di diciotto mesi di nome Eileen Saxon. Avvenne così il primo intervento su un essere umano nella storia. L’intervento fu realizzato da Vivien Theodore Thomas medico statunitense.

Come avvenne il primo intervento

Il morbo blu aveva reso le labbra e le unghie delle dita della bambina Eileen blu, con il resto della sua pelle di un pallido colorito blu. La bambina poteva fare solo pochi passi prima di cominciare a respirare affannosamente. Poiché allora non esistevano strumenti per la chirurgia cardiaca, il dottor Thomas adattò gli aghi e le pinze per l’operazione partendo da quelli in uso nel laboratorio per gli animali.

Durante l’intervento, come richiesto dal dottor Blalock, Thomas stette in piedi su uno sgabello alle spalle di Blalock e lo guidò passo passo. Dato che Thomas aveva eseguito quell’operazione centinaia di volte su un cane e Blalock una volta sola, assistito da Thomas. L‘intervento non riuscì perfettamente, tuttavia esso consentì di prolungare la vita della bambina ancora per parecchi mesi. Blalock e la sua squadra intervennero di nuovo su una bambina di undici anni, questa volta con pieno successo, e la paziente poté lasciare l’ospedale tre settimane dopo l’operazione.  Successivamente essi intervennero su un bambino di sei anni, che straordinariamente recuperò il suo colorito alla fine dell’intervento.

I primi studi

Thomas e Alfred Blalock fecero delle ricerche fondamentali sulle cause degli shock emorragici e traumatici. Questo lavoro si sviluppò nelle indagini sulla sindrome da schiacciamento e salvò le vite di migliaia di soldati sui campi di battaglia della seconda guerra mondiale. Attraverso centinaia di impeccabili esperimenti i due sconfessarono le teorie tradizionali che sostenevano che lo shock fosse causato dalle tossine presenti nel sangue.

Nello stesso tempo Blalock e Thomas iniziarono un lavoro sperimentale nel campo della chirurgia vascolare e chirurgia cardiaca. Sfidarono, così, i limiti della medicina del tempo nel campo delle operazioni chirurgiche sul cuore. Fu questo lavoro che gettò le basi della rivoluzione chirurgica salvavita che essi crearono una decina d’anni dopo al Johns Hopkins Hospital.

Sara Marchioni

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