Il vero nome della principessa neozelandese è in realtà Chelsea Nikkel, nata ad Auckland nel 1992 e il suo è uno stile musicale che va decisamente fuori dagli schemi della musica da classifica commerciale.
Anche se a guardarla sembra una vera e propria icona teen pop: occhiali a cuore, vestitini colorati e acconciature anni ’60, ma è anche il freddo capitano di un’astronave o una seriosa maga oscura, insomma, un vero e proprio personaggio dall’aspetto camaleontico, sempre accompagnata dal suo fedele gattone rosso Winston, che non possiamo fare a meno di ammirare e seguire nei suoi continui cambiamenti.
La scena musicale neozelandese ci ha già donato artiste eclettiche come Kimbra (ce la ricordiamo da Somebody that i used to know di Gotye) e Lorde, che da Royals in poi si è imposta musicalmente ed economicamente in tutto il mondo, ma la principessa Chelsea non è esattamente l’ultima arrivata visto che il suo primo album Lil’ Golden Book è addirittura del 2011 ed è proprio un piccolo diario dorato di una musicista adolescente in cui vengono messi in musica i pensieri, i dubbi e i sogni che possono scaturire da una giovane ragazza neozelandese.
Occhio però a pensare sia semplicemente un lavoro da ragazzine, Chelsea Nikkel musicalmente ci sa fare e sa comporre melodie e atmosfere che forse non avete sentito spesso, vi può aiutare la somiglianza con un altro grande gruppo dal genere simile, quello dei Florence & the Machine, e lo stile di cui stiamo parlando possiamo benissimo catalogarlo come Baroque Pop: basta dare un tono classicheggiante a componimenti moderni, molto semplice ma il risultato è eccezionale.
Princess Chelsea video And I Love Her (foto dal web) Qualche anno dopo la giovane Chelsea, crescendo, inizia un percorso psicologico più profondo, la sognante e imbronciata adolescente del piccolo diario dorato non c’è più e ha lasciato spazio ad una più fredda e matura principessa nel The Great Cybernetic Depression, secondo album del 2015.
Senza abbandonare lo stile synthpop che la contraddistingue adesso il disco si arricchisce di atmosfere eteree, “sogni” elettronici venuti direttamente dallo spazio in cui c’è un po’ di dream pop che fa tanto anni’80.
Un anno dopo, nel 2016, esce il terzo album, Aftertouch, nel quale Chelsea ci regala vere e proprie cover/perle in perfetto stile Princess: per scomodare i Beatles ci vuole coraggio ma soprattutto tanta genialità e “And I Love Her” ne esce fantasticamente bene nella sua incredibile semplicità; per non parlare di “Come as You Are” che dice addio al crudo grunge di chitarre elettriche, va in paradiso e ci torna sotto forma di allucinazione elettronica e lo stesso trattamento tocca a grandi classici del passato come “Morning Sun” di Marianne Faithfull e addirittura “Can’t Help Falling in Love” di Re Elvis, melodie completamente stravolte che vivono una seconda vita grazie al lustro elettronico della maga neozelandese.
Se volete farvi trasportare lontano nel tempo e nello spazio, in posti e momenti non ben precisati, ora avete tutto il materiale a disposizione e il risultato di fuga dall’oggi e di alienazione dal qui è assicurato, provare per credere.
MIRO PATERNO’