Principe Filippo, le sue ultime volontà sono custodite in cassaforte

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Di Redazione Metropolitan

Le ultime volontà del principe Filippo, morto il 9 aprile 2021, sono custodite in una cassaforte dal giudice Sir Andrew McFarlane. Da qui il testamento non potrà uscire per i prossimi 90 anni. Nell’archivio si trovano anche i testamenti di altri 31 membri della famiglia reale.

Il testamento del Principe Filippo assieme alle ultime volontà di 31 membri della famiglia reale

Alla Royal Courts of Justice di Londra esiste un archivio contenente i testamenti di diversi membri della Royal Family. Nello spazio che raccoglie le memorie della famiglia Windsor, le ultime volontà conservate sono quelle del Principe Filippo, morto ad aprile scorso a 99 anni. A custodire i segreti di Filippo e degli altri royals è il giudice Sir Andrew McFarlane.

Il testamento più antico è quello del padre della regina Mary, Francesco di Teck, morto nel 1900. Prima del documento redatto dal Principe Filippo, il più recente era quello della principessa Margaret, la sorella minore di Elisabetta morta nel 2002. Tra i testamenti custoditi ci sono quelli della regina Mary, della Regina madre Elisabeth Bowes-Lyon, anche lei morta nel 2002, e di Edoardo VIII, che nel 1936 abdicò a causa della sua relazione con Wallis Simpson.

I testamenti sono conservati in buste singole sigillate, per un totale di 32 documenti. Nonostante la curiosità degli appassionati alle vicende della Royal Family, è molto improbabile che i contenuti vengano divulgati pubblicamente. Infatti, i testamenti dei defunti di casa Windsor non sono aperti a quella che il giudice McFarlane chiama “ispezione pubblica“, al contrario di quanto avviene con i testamenti comuni. Con questa prassi, i beneficiari dei testamenti reali sono resi noti solo tra i familiari più vicini al defunto in questione.

Nel caso del documento del Principe Filippo, per volontà di quest’ultimo il contenuto del suo testamento non potrà essere divulgato per i prossimi 90 anni. La decisione del consorte della Regina deriva dalla volontà di proteggere la “dignità di Elisabetta e della famiglia reale tutta”. Lo stesso McFarlane lo scorso settembre aveva sottolineato come i reali inglesi avessero diritto a maggiore privacy al fine di “proteggere la dignità e la posizione del ruolo pubblico della sovrana e di altri membri stretti della famiglia”.

Giulia Panella

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