Nonostante il giornale satirico rivendichi il diritto alla libertà di espressione e di satira, oggi si è aperto a Parigi il processo a Charlie Hebdo per le vignette sul drammatico sisma che nel 2016 colpì Amatrice.
PhotoCredit: dal web
Amatrice è indignata
La testata francesce aveva dedicato due delle proprie – tanto famose quanto taglienti – vignette satiriche ad Amatrice, per la precisione al terribile terremoto che colpì il paese laziale nell’agosto del 2016. Il Comune ed il Sindaco dell’epoca, ossia Sergio Pirozzi, risentiti ed amareggiati, avevano deciso di muoversi per vie legali.
La denuncia per “ingiuria” e “diffamazione” a Charlie Hebdo
Un mese dopo il terremoto, a settembre, Charlie Hebdo era stato querelato in Italia; ad ottobre, invece, fu denunciato in Francia per “ingiuria” e “diffamazione”. Secondo l’avvocato francese Yassine Mahar le vignette offendono Amatrice e tutti gli italiani. Il settimanale parigino si difende: esiste la libertà di espressione e di satira. Oggi, però, a Parigi si apre il processo.
Le vignette incriminate
Le vignette incriminate – pubblicate il 31 di agosto del 2016 – sono due, ed avevano sollevato nell’immediato numerose grida di protesta. La prima s’intitola “Sisma all’italiana”, ed i protagonisti sono proprio le vittime del terremoto, tutte affrante, ferite ed insanguinate – definite “Penne al pomodoro” e “Penne gratinate” -, alcune sepolte dalle macerie – definite invece “Lasagne” -. L’Ambasciata francese fece sapere all’Italia che la Francia prendeva le distanze dalla testata satirica. Qualche giorno dopo, però, esce la seconda vignetta in cui c’è un uomo agonizzante che, tra le rovine, dice agli italiani: “Non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!”.
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