Il processo di Norimberga, giustizia apparente

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Il Processo di Norimberga ebbe inizio il 20 novembre 1945 dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Lo scopo era quello di processare capi nazisti, delle SS, del Reichstag, e responsabili dei campi di concentramento. Le accuse erano cospirazione, crimini di guerra, contro la pace , contro l’umanità, sterminio premeditato di un’intera etnia.

Alla fine della Seconda Guerra mondiale tra gli obiettivi dei paesi vincitori figurava il desiderio di giustizia, non personale, ma tenuta da un Tribunale creato appositamente.

A Norimberga, per la prima volta, si ebbe giustizia per i crimini di Guerra.

La città di Norimberga, era, insieme a Berlino e Monaco, la città simbolo del nazismo. In occasione del processo, la città venne ripulita da tutti i simboli nazisti: svastiche, statue in onore di Hitler.

Il processo avvenne in due fasi: la prima da settembre 1945 ad ottobre 1946. Durante la prima fase erano assenti Adolf Hitler, Joseph Goebbels e Heinrich Himmler, deceduti in data anteriore all’inizio del processo.

Alcuni degli imputati principali erano: Hermann Göring, comandante in capo della Luftwaffe e Maresciallo del Reich; Joachim von Ribbentrop, ministro degli esteri dal 1938; Martin Bormann, segretario del Partito nazista; Rudolf Hess, il quale scrisse sotto dettatura il Mein Kampf; Alfred Rosemberg, padre delle teorie razziste; Ernst Kaltenbrunner, maggior gerarca delle SS.

Durante il processo di Norimberga tutti gli imputati vennero interrogati ma, nonostante le testimonianze di alcuni superstiti dei campi di concentramento, tutti si dichiararono non colpevoli.

La loro giustificazione fu quella di aver agito per ordini superiori o addirittura ignari di ciò che stava succedendo, o peggio ancora di aver agito per il bene del proprio popolo, per la difesa della nazione tedesca.

Processo di Norimberga.
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Tra le testimonianze vi erano anche alcuni filmati ripresi da registi americani tra cui John Ford. Erano immagini di riprese in tempo reale, la maggior parte delle quali alla fine della guerra durante la liberazione dei campi di concentramento.

I punti deboli del Processo di Norimberga

Non si poteva certo punire i tedeschi semplicemente per essere stati nazisti, anche se a Norimberga si era stabilito che la NSDAP (Partito Nazionalsocialista tedesco) era un’organizzazione criminale. Il loro numero era troppo alto e vi erano decisivi argomenti contro l’idea di una colpa collettiva.

In ogni caso, le responsabilità dei leader erano chiarissime e non ci fu mai il minimo dubbio su quale sarebbe stato il loro destino.

I punti deboli del processo di Norimberga erano principalmente due. Il primo era la presenza di pubblici ministeri e giudici sovietici, interpretata da molti come prova di ipocrisia. Il comportamento dell’Armata rossa nelle terre “liberate” non era certo un mistero. La loro partecipazione al processo – talvolta per crimini che essi stessi avevano commesso – tolse valore al processo.

Processo di Norimberga.
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Il secondo punto debole era invece implicito nella natura stessa del procedimento giudiziario. La colpa personale della classe dirigente era stata provata in modo completo e irrefutabile, ma il resto della nazione non poteva considerarsi una semplice vittima passiva del nazismo.

Va ricordato in tal caso che l’8 maggio 1945, quando si concluse la guerra, in Germania c’erano 8 milioni di nazisti, il che rappresentò il vero ostacolo che gli alleati incontrarono nel post guerra: estirpare l’ideologia nazista dalla vita tedesca.