Con le Finals che inizieranno questa notte, una previsione su come andrà la serie che vede impegnati Warriors e Cavaliers.

Golden State – Cleveland  4-1

L’urlo di LeBron dopo la tripla decisiva in gara 6

Entrambe le squadre vengono da una vittoria in gara 7 fuori casa, che ha permesso loro di ribaltare la serie dal 3 a 2 a sfavore, ma le forze in campo non potrebbero essere più impari. I Cavs hanno appena battuto Boston grazie al one-man-show di LeBron James (33.6 pt., 9 rim. e 8.4 ast. di media nella serie per il Re) che ha ricevuto aiuto dai compagni soltanto a fasi alterne; i Warriors, dal canto loro, hanno vinto di squadra contro i soli che sembravano in grado di batterli, i Rockets, che, anche se privi di Chris Paul negli ultimi due episodi della serie, hanno dato filo da torcere ai campioni in carica e che erano comunque la franchigia prima ad Ovest in Regular Season grazie allo strano ma straordinario equilibrio dato da coach D’Antoni (Per saperne di più clicca qui). Se i ragazzi di Lue hanno trovato parecchie difficoltà per la migliore organizzazione dei Celtics e per la loro varietà di opzioni, faticheranno tantissimo contro i Big Four a disposizione di Steve Kerr, soprattutto nel famigerato terzo quarto: il rientro dagli spogliatoi è mortifero per LeBron e i suoi, che spesso hanno visto sfuggirsi dalle mani vantaggi in doppia cifra, mentre è favorevole agli Warriors che, come in Gara 6 e Gara 7 contro il Barba e compagni, nel terzo rientrano in partita quando ne hanno bisogno o addirittura prendono il largo.

L’abbraccio tra le due superstar dei Warriors, Durant e Curry, dopo la vittoria in Gara 7

I tanti cambiamenti nel roster dei Cavs (Per scoprire tutti i movimenti in sede di Trade Deadline di Cleveland, clicca qui) permettono ai Warriors di avere anche l’esperienza dalla loro in questo quarto scontro consecutivo alle Finals e, grazie al tantissimo talento in più a disposizione non dovrebbero farsi sfuggire il terzo titolo in quattro anni, anche se il giocatore più forte del mondo (Per un ritratto su LeBron James e sul suo dominio da 10 anni a questa parte, clicca qui) non sarà d’accordo e proverà in ogni modo a impedire che ciò accada. Per farlo avrà bisogno dell’aiuto dei suoi gregari, in primis Kevin Love, anche se proprio l’ex Timberwolves salterà con ogni probabilità Gara 1 per la politica della Lega sulle commozioni celebrali (Dopo la botta in testa subita all’inizio di Gara 6 contro i Celtics); sarà fuori per Gara 1 anche Andre Iguodala, pedina fondamentale dello scacchiere dei Warriors e nientemeno che MVP delle Finals del 2015, premio conquistato grazie all’aver fruttuosamente limitato James. L’esito sembra scontato viste le forze in campo e la disparità di talento e tra Eastern e Western Conference tanto che in molti ritenevano che la vera finale fosse quella tra Houston e Golden State, ma i Cavs hanno scioccato il mondo sportivo nel 2016 e 2 anni dopo ci riproveranno: senza Irving e, almeno inizialmente, senza Love, ma guidati probabilmente dal miglior James di sempre.

 

Marco Azolini