Per il 15/mo weekend di fila i cittadini sono scesi in strada per manifestare contro il governo. Si registrano danni alle fermate della metropolitana e scontri con la polizia. Alcuni manifestanti si sono fermati davanti al consolato britannico per chiedere un’intervento del Regno.

Ancora proteste ad Hong Kong per il 15/mo weekend consecutivo. Non è bastato il ritiro della criticatissima legge sulle estradizioni; migliaia di manifestanti hanno organizzato una marcia pro-democrazia diretta a Central, la zona delle sedi istituzionali e governative.

Gli scontri con la polizia

I cittadini sono scesi nuovamente in strada nonostante il divieto della polizia e, in molti casi, sono stati utilizzati metodi di contestazione violenti che hanno spinto le forze dell’ordine a caricare i manifestanti.

La carica della polizia è avvenuta a seguito dell’occupazione di Hennessy Road, di Queensway e di Des Voeux Road Central, provocando danni alle fermate delle stazioni della metropolitana.

Per disperdere i manifestanti, la polizia ha usato lacrimogeni e cannoni ad acqua.

Le immagini degli scontri tra polizia e manifestanti – Credit: CNA

Gli scontri tra i manifestanti pro-democrazia e i filo-governativi

Oltre agli scontri con la polizia, nel centro commerciale di Amoy Plaza, nel distretto di Kowloon, si sono registrati momenti di tensione tra due distinte fazioni di manifestanti: i pro-democrazia e i filo-governativi.

I sostenitori del governo della Cina continentale si erano radunati nel centro commerciale sventolando bandiere cinesi e gridando slogan a sostegno del governo del paese del dragone.

I manifestanti pro-democrazia, da canto loro, hanno organizzato una contromanifestazione culminata con scontri tra le due fazioni.

La situazione è tornata alla normalità solo dopo l’intervento della polizia, che, secondo alcuni testimoni, hanno anche arrestato un numero imprecisato di persone.

Le immagini degli scontri tra i manifestanti filo-governativi e i pro-democrazia – Credit: South China Morning Post

La richiesta al Regno Unito

Tra i vari punti della città assediata dai cittadini, molti dei manifestanti si sono radunati davanti alla sede del consolato britannico, nella zona di Admirality, sventolando bandiere britanniche e chiedendo a gran voce al governo di “salvare Hong Kong” dalla Cina.

È, oramai, opinione diffusa tra gli abitanti di Hong Kong che il principio “un Paese, due sistemi”, concordato tra la Gran Bretagna e la Cina nel 1997 per permettere il ritorno dei territori alla sovranità cinese, sia oramai in pericolo e l’influenza del paese del dragone sia insopportabile.

“Sollecitiamo il governo di Sua Maestà a rivedere lo status di ‘un Paese, due sistemi’ e ad agire contro le violazioni. […] Alla luce del grande pericolo con il quale ci confrontiamo quotidianamente, è un dovere per il governo britannico rivedere le politiche su Hong Kong per proteggere la nostra gente”.

Le immagini dei manifestanti di fronte al Consolato Britannico – Credit: The Guardian

Il British National Overseas (Bno)

La richiesta dei manifestanti riguarda la revisione dei passaporti dei British National Overseas (Bno); secondo la legislazione corrente, tutti gli abitanti di Hong Kong residenti nella città prima del trasferimento della sovranità alla Cina del 1997 sono considerati come di nazionalità britannica e cittadini del Commonwealth, ma non cittadini britannici.

La differenza tra cittadini britannici e di nazionalità britannica sembra essere una mera distinzione di formula, ma in realtà ha un enorme impatto in termini di diritti conferiti agli abitanti di Hong Kong in possesso del Bno; il passaporto concede, sì, speciali diritti ai possessori, come il libero accesso in Gran Bretagna, il diritto di voto, l’ottenimento della cittadinanza britannica attraverso un processo semplificato e la possibilità di ricoprire cariche pubbliche o governative, ma solo a condizione che i suddetti cittadini siano già in possesso del permesso di soggiorno in terra britannica.

Proprio per questo, i manifestanti chiedono a gran voce un cambio di legislazione; sul punto, circa 130 parlamentari britannici hanno sottoscritto una lettera recapitata al ministro degli Esteri, Dominic Raab, sollecitando il governo a concedere la seconda cittadinanza ai cittadini di Hong Kong possessori del Bno.

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