Proteste violentissime attraversano il Bangladesh contro la leader Hasina: ecco cosa sta succedendo.
Il Bangladesh sta attraversando una delle crisi più gravi della sua storia recente. Le proteste sono cominciate per contestare il sistema delle quote, che riserva posti di lavoro governativi a determinati gruppi, ma sono rapidamente diventate una mobilitazione di massa contro il governo di Sheikh Hasina. La situazione è diventata estremamente tesa e violenta, e recentemente il Primo Ministro ha dovuto fuggire in India, con il paese ora governato da un governo militare provvisorio per ripristinare l’ordine. Ecco una panoramica della situazione.
Contesto storico:
Il Bangladesh nasce nel 1971 dopo una guerra di indipendenza contro il Pakistan. Ha un sistema politico parlamentare e ha vissuto periodi di instabilità con alternanza di governi civili e regimi militari. Sheikh Hasina, leader del partito della Lega Awami, è al potere dal 1996 e il suo partito ha dominato la politica del paese per gran parte degli ultimi due decenni, grazie anche a elezioni controverse e accuse di manipolazioni elettorali.
Origine delle proteste in Bagladesh: il sistema delle quote e Hasina
Le manifestazioni sono iniziate per contestare il sistema delle quote, che riserva una parte dei posti di lavoro pubblici e universitari a determinati gruppi sociali. Il sistema era stato pensato per garantire opportunità a minoranze e gruppi svantaggiati, ma molti ritengono che ora penalizzi ingiustamente i candidati che non fanno parte di questi gruppi beneficiati. Questo ha portato a un forte malcontento tra i giovani laureati, che si sono sentiti esclusi dalle opportunità di lavoro.
Diffusione delle proteste in Bangladesh e la risposta del governo di Hasina
Le proteste, iniziate tra gli studenti, sono esplose in tutto il paese e si sono trasformate in violenti scontri con le forze dell’ordine. Il bilancio è drammatico: oltre 440 morti e centinaia di feriti. A Dhaka, la capitale, la situazione è particolarmente critica con le strade trasformate in un campo di battaglia. Le autorità hanno imposto un coprifuoco e bloccato Internet nel tentativo di contenere le manifestazioni.
Le autorità hanno reagito con grande durezza: coprifuoco dalle 18:00 e sospensione di Internet per impedire l’organizzazione delle manifestazioni. Sono stati effettuati molti arresti e le piazze delle città sono diventate luoghi di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
Crisi e prospettive
Il malcontento verso Sheikh Hasina non è una novità. Il suo governo è stato criticato per la gestione autoritaria, la corruzione e la repressione dell’opposizione. Le politiche economiche, pur avendo portato a una crescita del PIL, non hanno risolto le profonde disuguaglianze sociali. La decisione di Hasina di non affrontare le proteste in modo costruttivo ha accelerato la crisi, portando alla sua fuga e al vuoto di potere attuale.
Con Sheikh Hasina fuggita, il Bangladesh è ora sotto un governo militare provvisorio. Tuttavia, molti chiedono una leadership civile e democratica che possa riportare stabilità e fiducia. I nuovi leader dovranno affrontare il compito difficile di ripristinare l’ordine, risolvere le questioni sociali ed economiche e promuovere una vera riconciliazione nazionale.
L’importanza di protestare
Le proteste in Bangladesh dimostrano l’importanza delle manifestazioni popolari come mezzo per esprimere il malcontento e difendere la democrazia. Quando le persone si uniscono per protestare contro l’ingiustizia e la corruzione, possono innescare cambiamenti significativi, anche in contesti di forte repressione. Questi movimenti dal basso sono cruciali per mantenere i governi responsabili e garantire un sistema politico che risponda alle esigenze del popolo.
Il Bangladesh è ora a un bivio cruciale. Le manifestazioni hanno mostrato la determinazione e la forza del suo popolo. Ora, i nuovi leader hanno la responsabilità di ascoltare queste richieste e guidare il paese verso una nuova era di giustizia e democrazia. La lotta del popolo bangladese è un esempio di coraggio e determinazione nel perseguire un futuro migliore e più equo.
Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine