Ventuno anni fa moriva Pupella Maggio, una delle più grandi interpreti del teatro napoletano. Figlia d’arte da sette generazioni di attori, fu così grande da essere diretta da personalità quali Vittorio De Sica e Roberto Rossellini.

Giustina Maria Maggio nacque a Napoli il 24 aprile 1910 da famiglia teatrante. Ricevette il suo battesimo artistico alla tenera età di due anni, quando con la compagnia del padre rivestì il ruolo di una bambola. Fu da questo evento che venne attribuito alla piccola Giustina Maria il vezzeggiativo di “Pupella“.

Portrait of Pupella Maggio - PhotoCredit: © Augusto De Luca - it.wikipedia.org
Portrait of Pupella Maggio – PhotoCredit: © Augusto De Luca – it.wikipedia.org

I primi anni in teatro

Lasciò la scuola dopo qualche anno di elementari, prendendo parte agli spettacoli diretti dal padre, che in quegli anni aveva successo con la famosa sceneggiata napoletana. A distanza di tre anni, negli anni 40, morirono prima sua madre, poi suo padre. In seguito a questi sofferti lutti, decise di abbandonare le scene e si trasferì a Roma. Quì lavorava come modista, ma un’amicizia con alcuni ebrei che nascondeva in casa la costrinse ad andare altrove. Dopo l’esperienza romana, a Terni curava gli spettacolo dopolavoro di un’acciaieria, ma la storia dell’amicizia con gli ebrei la raggiunse persino in questo luogo.

Dopo aver viaggiato per altre città della penisola, si stabilisce a Milano dalla sorella Rosalia. Trova impiego in una compagnia di rivista al Teatro Nuovo, accanto a Remigio Paone, Carlo Croccolo e altri teatranti del momento. La nostalgia di casa la riportò a Napoli, dove conobbe la compagnia della Scarpettiana, diretta da Eduardo De Filippo, che metteva in scena i testi del padre Eduardo Scarpetta. Quì dovette aspettare la morte di Titina De Filippo, per sostituirla e ottenere il successo che meritava.

Pupella Maggio e Armando Brancia in Amarcord - imdb.com
Pupella Maggio e Armando Brancia in Amarcord – imdb.com

Pupella Maggio tra cinema e teatro

Nel 1960 inizia la sua gratificante carriera cinematografica. Nel 1969 ebbe il Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista per un ruolo ne Il medico di Luigi Zampa, e nel 1973 recitava in Amarcord di Federico Fellini che ebbe l’Oscar come miglior film straniero. Tornò in scena insieme ad Eduardo De Filippo in una riedizione di Natale in casa Cipiello, che nel 1977 venne allestita per la televisione.

Con Tonino Calenda, si porta all’apice della sua maturità, soprattutto con La madre di Bertold Brecht, in cui Pupella interpretava Pelagia Vlassova. Riuscì a fare di questo ruolo una madre napoletana e allo stesso tempo universale, con un’interpretazione sopraffine e apprezzata da pubblico e critica. La collaborazione con Calenda continua con un rifacimento dell’Amleto di Shakespeare: Questa sera… Amleto.

Si trasferì a Todi dove interpretò la madre del protagonista nel film da Oscar, Nuovo cinema paradiso di Giuseppe Tornatore, del 1989. La sua ultima apparizione fu in Fate come noi di Francesco Apolloni. Muore l’8 dicembre 1999 per emorragia cerebrale provocando grande dolore nel mondo dello spettacolo.

a cura di Silvio Silvestro Barca

Seguici su
Facebook
Metropolitan Arts & Lifestyle