L’artista delle Pussy Riot, Maria Alyokhina ha raccontato al New York Times come è riuscita a lasciare la Russia e ad arrivare in Lituania passando dalla Bielorussia. Ha spiegato di essersi nascosta nell’appartamento di un’amica a Mosca prima di riuscire a fuggire travestendosi da addetta per la consegna del cibo a domicilio. Maria era latitante per la giustizia russa dallo scorso aprile, dopo che aveva violato la libertà vigilata.

Pussy Riot: chi è Maria Alyokhina

Maria Alyokhina era latitante in Russia da aprile. Il tribunale di Mosca aveva ordinato la carcerazione della donna per aver violato i termini della libertà vigilata a cui era stata condannata nel settembre del 2021. Ma lei si era resa irreperibile. Alyokhina, 33 anni, in passato ha trascorso quasi due anni in carcere per “teppismo e odio religioso“. Fù arrestata a Mosca nel febbraio del 2012, insieme ad altre Pussy Riot, quando ha cantato una preghiera anti-Putin nella Cattedrale del Cristo Salvatore.

Negli anni successivi è stata arrestata altre volte, sempre dopo proteste. Quando la Russia ha invaso l’Ucraina, lo scorso 24 febbraio, la donna era ai domiciliari con l’accusa di aver violato le norme anti-Covid durante alcune manifestazioni del 2021 dopo l’arresto di Aleksej Navalny. Per protestare contro l’operazione russa, Alyokhina aveva tagliato il suo braccialetto elettronico e pubblicato la foto sui social. Per questo il tribunale, ad aprile, l’aveva condannata a 21 giorni di carcere. Ma l’artista si era resa irreperibile ed era stata inserita nella lista dei latitanti.

La fuga dalla Russia

Al New York Times l’artista ha spiegato come è riuscita a scappare dalla Russia e ad arrivare in Lituania, passando per la Bielorussia. Ha detto di essersi travestita da addetta per la consegna del cibo a domicilio per eludere i poliziotti e di non aver portato con sé il cellulare per non essere rintracciata. Ha raccontato che un amico l’ha accompagnata in macchina fino in Bielorussia e di essere riuscita poi a passare il confine al terzo tentativo, grazie anche all’aiuto dell’artista islandese Ragnar Kjartansson, che ha convinto un Paese europeo a rilasciare alla Pussy Riot un documento di viaggio che le garantiva gli stessi diritti di una cittadina europea. Grazie a questo documento, Alyokhina è riuscita a prendere un autobus verso la Lituania. A Vilnius ha incontrato la compagna Lucy Shtein, che aveva lasciato la Russia settimane prima con lo stesso travestimento.

“Sono successe tante magie la scorsa settimana. Sembra una spy novel. Sono contenta di avercela fatta. Con altre Pussy Riot, nei prossimi giorni inizieremo un tour per raccogliere fondi per l’Ucraina.”

Matteo Salvatore