Vladimir Putin ha annunciato che riconoscerà le Repubbliche separatiste del Donbass. Il capo del Cremlino ha anticipato la decisione in una telefonata con Olaf Scholz e Emmanuel Macron comunicando di voler “firmare a breve” un decreto.
Un nuovo passo che sostanzialmente apre le porte all’ingresso delle truppe di Mosca nei territori, in quanto non ritenuti dell’Ucraina, e quindi fa scivolare la crisi verso una possibile guerra. “L’Ucraina non è un Paese confinante, è parte integrante della nostra storia e cultura”, ha detto Putin nel suo discorso alla nazione.
L’annuncio ha scatenato la reazione immediata di Germania, Francia e Ucraina che hanno convocato un vertice d’urgenza e in aggiunta Macron riunirà in serata il Consiglio di difesa francese. Così mentre la Casa Bianca ribadisce che un attacco “estremamente violento contro l’Ucraina è possibile nei prossimi giorni o ore”, e mentre Kiev chiede una riunione una riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu, Putin mette chiaro che per il momento non retrocede dai suoi intenti. Già nel corso nel corso della seduta straordinaria del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, aveva spiegato che gli accordi di pace di Minsk non hanno “nessuna prospettiva” di applicazione, almeno per il momento. Quindi aveva scongiurato l’adesione dell’Ucraina alla Nato: in questo caso Kiev “potrebbe iniziare a riprendersi la Crimea, e la Nato stessa si unirebbe a questi eventi”. E ancora, soprattutto, aveva annunciato una decisione imminente sul riconoscimento richiesto dalle repubbliche autoproclamate del Donbass.