Vladimir Putin potrà restare al potere fino al 2036. Lunedì 5 aprile il presidente della Federazione russa ha firmato la legge che di fatto gli garantisce di ricandidarsi quanto vuole, tramite un emendamento costituzionale. Putin, 68 anni, è a capo della Russia da ormai vent’anni, da quando ha assunto la presidenza nel 2000.
Dalle dimissioni di Nikolaevic Elc’in nel 2000, è stato presidente quasi ininterrottamente. Soltanto tra il 2008 e il 2012 ha dovuto fare un passo indietro in favore del suo fidato collaboratore Dmitri Medvedev, servendo però il paese come primo ministro. La Costituzione russa vietava di potersi candidare alla presidenza per più di due mandati consecutivi, fino a ieri. Con la nuova legge, invece, il termine “consecutivi” è stato rimosso, annullando anche i mandati precedenti all’emendamento e garantendo a Putin la possibilità di ricandidarsi per altre due volte.
Putin ha firmato una legge che gli consente di governare fino al 2036
La modifica alla Costituzione è stata proposta alla Duma, il parlamento russo, circa un anno fa da Valentina Tereshkova, una deputata del partito di Putin, Russia Unita. Dopo l’immediata approvazione al Parlamento è stata sottoposta a un referendum popolare, durato un’intera settimana. I risultati del referendum sono stati schiaccianti, con oltre il 79% dei voti favorevoli e il 64% dell’affluenza.
Putin potrà ricandidarsi per la terza volta consecutiva alle prossime elezioni del 2024 e, se l’età glielo consentirà, anche nel 2030. Se dovesse restare al potere fino al 2036, diventerebbe il più longevo leader della Russia dai tempi dell’impero, superando anche i 29 anni di dominio di Iosif Stalin. Sia che Putin decida di rimanere in carica per i prossimi 15 anni, sia che voglia semplicemente lasciarsi aperta questa possibilità, si può essere certi che difficilmente ci saranno cambiamenti nella società, nella vita politica e nei rapporti internazionali della Russia.