Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha incontrato ieri i vertici politici alla Duma, tuonando contro l’Occidente e promettendo un’escalation. “Non abbiamo ancora iniziato a fare sul serio, ma non rifiutiamo i colloqui di pace” ha affermato sinteticamente Putin, dichiarando una complessa ambivalenza di posizione, tra il bellicoso e il diplomatico. Ma i toni non si abbassano, anzi. Promette quasi esplicitamente un inasprirsi delle condizioni belliche in Ucraina, dove a modesti successi si sono alternate cocenti sconfitte. “Tuttavia coloro che si rifiutano dovrebbero sapere che più avanti andiamo, più difficile sarà per loro negoziare con noi“, continuando contro un generico “Occidente” concretizzato in UE e USA. Vuole comunicare strenuità e resistenza, ma conferma tacitamente la valenza economica delle sanzioni e la fragilità delle alleanze diplomatiche.
Il presidente Putin non si mostra spaventato dall’Occidente e minaccia escalation in Ucraina: “Più avanti andiamo, più difficile il negoziato”
Putin continua a martellare i nemici ad Occidente, perché i suoi non hanno “nemmeno iniziato” in Ucraina, secondo il presidente. Ma è davvero così? Alla Duma, davanti ai rappresentanti politici del paese, è inevitabilmente forte e risoluto: “dicono di volerci sconfiggere sul campo di battaglia, che ci provino. Abbiamo già sentito molte volte che l’Occidente vuole combatterci fino all’ultimo ucraino.” Fino all’ultimo ucraino, qualunque cosa significhi: tenta di convincere (e forse convincersi) dell’inevitabilità del conflitto. Ma ci sono ben due contraddizioni, presentate dai fatti: da una parte, il fallito tentativo di “guerra lampo” di febbraio, che ha segnato l’inizio del conflitto che dura ad oggi, e le sanzioni occidentali, chiaro elemento di deterrenza.
Proprio alle sanzioni Putin ha dedicato alcune battute: “l’Occidente ha tentato di colpire l’economia russa e demoralizzare la società con le sanzioni, ha fallito.” Continuando, ha dichiarato che “non stavano solo cercando di colpire l’economia russa, ma seminare discordia, confusione all’interno della nostra società, demoralizzare na nostra gente. Ma qui hanno sbagliato i calcoli. Niente ha funzionato e sono sicuro che niente lo farà.” Vuole rassicurare l’unità politica (ottenuta, aggiugiamo, col veleno e piani antidemocratici da più di un ventennio) il presidente russo. Ma così facendo dimostra il tentativo di mostrarsi forte e risoluto. Sarà il proseguire del conflitto, l’inasprirsi delle sanzioni o una soluzione diplomatica a dimostrare quanto la scenografia della Federazione Russa potrà resistere ancora.
Alberto Alessi
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