Yamaha, dove sei finita?

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

La Yamaha sta attraversando uno dei periodi meno floridi della sua storia. Il lento sviluppo dell’elettronica sta relegando la casa giapponese a terza forza in pista dietro Honda e Ducati. Per poter vincere però serve una svolta, prima che sia troppo tardi.

Tra 5 giorni, precisamente il 25 giugno, sarà un anno che la Yamaha non conquista il gradino più alto del podio nel Motomondiale. L’ultimo a riuscirci è stato Valentino Rossi ad Assen, in lotta fino all’ultima curva con Danilo Petrucci sotto il cielo variabile dell’Olanda che, negli ultimi giri, fece cadere gocce di pioggia random, rendendo concitate le ultime fasi di gara. Eppure la prima parte del campionato 2017 aveva visto la Yamaha protagonista, salvo poi non trovare più la luce.

La felicità del Dottore dopo l’ultima vittoria Yamaha, per ora (foto dal web)

Il 2018 doveva rappresentare la svolta, ma la realtà si è rivelata ben diversa. I problemi di ciclistica del progetto 2017 sembrano per la maggior parte risolti, mentre l’elettronica rimane ancora un tabù e gli aggiornamenti tardano ad arrivare. Nonostante ciò, Rossi si ritrova secondo nella classifica mondiale a 27 lunghezze da Marquez con 4 podi all’attivo (tutti terzi posti), fatto che testimonia come in questo momento le speranze siano tutte riposte in lui; assodate anche le difficoltà di Viñales nelle ultime gare.

L’ultimo podio Yamaha conquistato domenica scorsa al GP di Catalunya (foto dal web)

Dopo la gara di Barcellona, sono 17 le gare consecutive senza vittoria, ad un passo dal record negativo stabilito tra il 2002 e il 2003. A riportare in alto la Yamaha, dopo l’ultima vittoria di Biaggi a Sepang nel 2002, fu Rossi alla gara d’esordio della stagione 2004, precedendo proprio il Corsaro, passato alla Honda. Vedi il caso, Assen è la prossima gara in calendario (1 Luglio 2018). Lì la Yamaha tornerà a vincere dove lo fece per l’ultima volta o eguaglierà quel clamoroso record negativo? Vedendo il trend sembra impossibile un successo, ma mai dire mai.