Quattro chiacchiere con Lorenzo Montanini, regista di Teresa santa, puttana e sposa

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Ieri è andato in scena il primo capitolo di Teresa santa, puttana e sposa. In scena al Teatro Studio Uno, a Torpignattara, fino al 14 ottobre. A fine spettacolo ci siamo fatti quattro chiacchiere con Lorenzo Montanini, il regista, seduti ai tavolini del Madama Do Re, il delizioso quanto crudele cabaret del Teatro Studio Uno.

MMI: Partiamo dal testo: cos’è, da dove viene?

L.M. : Il testo l’ha scritto Marco Bilanzone ed è un adattamento molto libero di un romanzo di Jorge Amado. È un adattamento molto molto libero, diciamo che è un’ispirazione da lontano. Noi l’abbiamo trasformato e portato qui in Italia, ed è completamente riscritto. L’idea era quella di raccontare l’Italia inventando un paese, come fa Camilleri con Montalbano. Camilleri lo ambienta in Sicilia, ma lo fa in un paese che non esiste che è Vigata. Noi abbiamo ambientato questo capitolo a Sant’ Esolo, un posto che ovviamente non esiste. Anzi, è ai piedi dei Monti Filetei, che non esistono. Ed è così che si può raccontare un po’ tutta l’Italia, ogni personaggio viene da un posto diverso, è un mistone di dialetti. É ambientato in un generico passato, quando c’era la lira. Quindi possiamo dire che il dove e il quando esistono ma non sono precisi.

MMI: Quindi qual’è stato il lavoro fatto con gli attori? Siete partiti dai loro dialetti?

L.M. : La riscrittura è neutra, con l’indicazione per gli attori di tradurselo. Nella maggior parte dei casi nel loro dialetto, ma non sempre. Infatti cambieranno nel corso degli episodi, perché i personaggi della storia sono sessantasette, per cui anche per loro è una sfida. Devono inventarsene tanti, e diversi. Io nel mio lavoro cerco di far sì che sia io a dirigere lo spettacolo e gli attori a dirigersi il ruolo. Dò loro dei compiti, e loro tornano col compitino fatto.

MMI: Com’è nata l’idea di questo lavoro?

L.M. : Stavo facendo un’altro spettacolo in realtà, tutta un’altra cosa. Poi ho letto di un fatto di cronaca. Diciamo che quello che mi fa incazzare del teatro contemporaneo è che quando uno deve parlare di un fatto che sta succedendo oggi, lo fa sempre in maniera quasi giornalistica. Bisogna indicare i fatti, fare i nomi e i cognomi, bisogna essere sempre molto sul presente. Io invece penso che le storie belle siano immortali e valgano per qualsiasi tempo perché parlano sempre di cose attuali. Questo personaggio, Teresa, ha un’infanzia tremenda, viene venduta dagli zii quando è una ragazzina a un tipo che la tiene in casa e la libera dopo 12 anni, tra stupri e violenze. Lei non molla mai, non si arrende mai. Quindi è la storia di una che non molla, ed è un personaggio mitico: non esiste, non può esistere un personaggio così. Infatti a un certo punto si dice: sarà una santa, cura il colera a Napoli, è la figlia del dio della guerra. Teresa è una leggenda, è un simbolo.

MMI : In questo senso la storia è più importante dei personaggi.

L.M. : Certo. Il filo conduttore è la storia della vita di Teresa. I capitoli sono raccontati alla rinfusa, non in ordine cronologico. Ma sono raccontati come fosse una storia di tanto tempo fa quindi non siamo a conoscenza di tutto: se ne conosce un pezzo e un altro pezzo manca, come fosse una storia che arriva dopo tanto tempo.

MMI: C’è anche Pina Baush nello spettacolo: perché?

L.M. : Innanzitutto perché è Pina Baush. Nello spettacolo ci sono tante piccole citazioni qua e là, chi le conosce le trova e le coglie. Secondo me Pina Baush ha una leggerezza nel dramma che vale anche per questa storia. Un modo di raccontare il dramma con levità, con dei toni che sono appropriati per questa storia. Quando fai l’epica, quando fai il drammatico vero, quando fai queste storie d’amore pazzesche come il marinaio e la straniera, bisogna trovare il tono giusto. Secondo me Pina Baush lo sapeva fare, sapeva trovare la leggerezza per raccontare la carne.

MMI: Perché hai scelto la forma del cabaret?

L.M. : Teresa è una che sa fare tutto, nata da genitori sconosciuti, quindi orfana. A un certo punto è costretta ad andare al cabaret, a fare la puttana per fame, anche se solo in certi momenti della sua vita, quando non ne ha bisogno non la fa.

MMI: Che cosa vedremo negli altri capitoli?

L.M: È tutto estremamente poetico (da qui anche Pina Baush, e le canzoni) perché è raccontato dalla bocca del poeta. È lui che la ricorda, è lui che ne racconta ed essendo poeta tutto è estremamente lirico. Ogni capitolo però avrà un punto di vista diverso, quindi un impianto di messa in scena completamente diverso, per cercare di rispettare e corrispondere il punto di vista di chi la racconta. Ad esempio, il prossimo capito verrà raccontato da tre ricche sorelle zitelle, che sperano di sposare un giovanotto che è innamorato di Teresa. Cambiando il punto di vista di chi la racconta cambierà anche la messa in scena. Andremo in scena con un capitolo ogni due mesi fino a maggio. Un’impresa.

BIO di Lorenzo Montanini

Lorenzo Montanini e’ un regista e attore romano. Si e’ formato con molti artisti internazionali ed italiani come M. Tarasco, B. Meyers, The Living Theatre, Milon Mela, E. Vargas, A. Bogart, ha studiato cinema alla New York Film Academy ed e’ stato il primo italiano ad essere selezionato per il programma di training della SITI Company a New York, con la quale ha studiato anche alla Columbia University e allo Skidmore College specializzandosi in teatro fisico. 
Dirige da più’ di 10 anni un laboratorio di sperimentazione teatrale di teatro cinese contemporaneo (bilingue) all’Università’ L’Orientale di Napoli, mettendo in scena ogni anno testi teatrali mai apparsi prima in Italia. 
Tra gli ultimi spettacoli: Fuga, Tramedautore Piccolo Teatro Grassi, Milano, Miss Julia, New York, Festival Iberoamericano de teatro de Bogota’, XXXVI Festival Internacional de teatro de Manizales, X Fiesta de las Artes Escenicas de Medellin, Festival Iberoamericano de Cadiz, Napoli Teatro Festival Italia, Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo – Bogota’ (regia), Petimus Rogamus, Teatro Studio Uno, Roma Fringe Festival, Roma (regia), say it and then leave, The Red room theatre, New York, (regia), The painted bird, La Mama Theater, Palissimo Dance Theater Company, New York (performer), il viaggio dell’uva, Festival Internazionale di Montalcino, Teatro de los Sentidos (performer), Polvere, Teatro Studio Uno/Teatro Furio Camillo, Roma (regia), un pasticciaccio, Teatro Studio Uno, Roma (regia), Mezzanotte all’Havana Cafe’, Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo, Napoli (Regia), Mika, United Nations, J. Duca, New York (performer).
Attualmente vive a Barcellona e sta lavorando ad un adattamento del romanzo di J. Amado “Teresa Batista Stanca di Guerra” per una serie di cinque spettacoli.

INFO SPETTACOLO

Teresa santa, puttana e sposa #capitolo1
Il debutto di Teresa al Cabaret Madama Do Re
– oppure –
Teresa e il castigo dell’usuraio

di Marco Bilanzone
regia
Lorenzo Montanini
costumi
Federica Centore
ass. alla regia
Alessia Matrisciano

con Nadia Caretto, Flavia Germana De Lipsis, Alessandro Di Somma, Mattia Giordano, Jessica Granato, Federico Le Pera, Riccardo Marotta, Giuseppe Mortelliti, Eleonora Turco

Produzione Teatro Studio Uno

Teatro Studio Uno
via Carlo della Rocca, 6 – ingresso 12€
info e prenotazioni
349.4356219 -329.8027943
[email protected]