Il 20 settembre l’Agenzia Italiana del Farmaco ha disposto un maxi ritiro di medicinali anti-acido “made in India”.

Questi farmaci, contenenti ranitidina, sono ora fuori dal commercio in italia. Questo a causa della presenza, al loro interno, di una impurezza potenzialmente cancerogena, la N-nitrosodimetilammina (Ndma). il Composto, appartenente alla classe delle nitrosammine, già rilevata nel 2018 in una classe di farmaci anti-ipertensivi (sartani) e classificata come sostanza probabilmente cancerogena per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulla base di studi condotti su animali.

Quali farmaci sono stati

I farmaci ritirati dalle farmacie e dalla catena distributiva di tutti i lotti di medicinali contenevano il principio attivo ranitidina. Questo, prodotto presso l’officina farmaceutica Saraca Laboratories ltd – in India. Provvedimenti analoghi sono stati assunti, o sono in corso di adozione, negli altri Paesi dell’Unione Europea e e in altri Paesi. L’Aifa assicura di lavorare insieme all’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e alle altre agenzie europee per valutare il grado di contaminazione nei prodotti coinvolti e “adottare misure correttive”.

La Ranitidina piu’ nello specifico

La ranitidina, un antagonista dei recettori H2 dell’istamina, è un inibitore della secrezione acida. Per questo viene utilizzato nel trattamento dell’ulcera, del reflusso gastroesofageo, del bruciore di stomaco e di altre condizioni associate a ipersecrezione acida. In Italia si acquista sia come medicinale soggetto a prescrizione medica, sia come medicinale di automedicazione, in forma di compresse. Si trova anche in forma di sciroppi o soluzioni iniettabili per uso endovenoso.

Questa molecola e’ particolarmente indicata nel trattamento dell’ulcera duodenale, delle ulcere post–operatorie e recidivanti, dell’ulcera gastrica benigna , come anche dell’esofagite da reflusso e della della dispepsia cronica. E’ infine suggerita per il trattamento della sindrome di Zollinger–Ellison.

Suggeriamo a chiunque sia in possesso di medicinali per il trattamento di queste condizioni di contattare il proprio medico per chiarimenti al riguardo dei medicinali indicati.

Stefano Pellone