Cresce la tensione tra Unione Europea e Ungheria, le continue infrazioni sullo stato di diritto, imposte dal Premier Victor Orban, hanno fatto traboccare il vaso della Commissione europea, che ha momentaneamente sospeso l’approvazione del Recovery Plan della repubblica magiara.
Lo scontro Ungheria – Ue
I rapporti tra l’Unione Europea e l’Ungheria sono da tempo tesi, il Premier Orban sta da tempo sfidando la Commissione UE varando delle leggi anti-lgbt e contrarie a quelli che sono i principi dello stato di diritto europeo.
Il Primo ministro magiaro si è anche posto a capo degli euroscettici europei, firmando una carta di obiettivi comuni con i capi delle destre di vari paesi membri.
Ma non sono stati i suoi attacchi allo status quo europeo ad aver provocato questo blocco del Recovery Plan ungherese.
Il blocco del Recovery Plan
La scelta di bloccare l’approvazione, prevista originariamente per il 12 luglio, del piano di ripresa nazionale dell’Ungheria, sembra essere legata ad un fattore tecnico.
Infatti, le autorità europee, sembrano contestare una forte nebulosità sulla vigilanza del Recovery e sui suoi beneficiari.
La Commissione ha infatti segnalato come, l’Ungheria, non abbia predisposto dei meccanismi precauzionali che siano sufficienti a vigilare sul corretto utilizzo dei fondi europei e a controllare la trasparenza sui beneficiari dei vari progetti.
La vigilanza sui fondi è una delle condizioni principali, imposte dall’UE, per l’ottenimento dei fondi del Recovery Plan. Una necessità, soprattutto in paesi ad altissima corruzione come l’Ungheria, per evitare che enormi percentuali dei miliardi messi sul tavolo dall’Europa siano perduti.
L’Ungheria dovrà quindi presentare un nuovo piano provvisto degli organi di controllo, se non ottempererà a queste richieste potrebbe perdere definitivamente l’accesso ai fondi del Recovery Plan, rischiando una ripresa più lenta e tortuosa rispetto agli altri partner europei.
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Franco Ferrari