Red Bull Racing ha prontamente risposto al comunicato FIA riguardo le violazioni fatte dallo stesso team di Milton Keynes e Aston Martin. Secondo i vertici della squadra britannica, le spese sostenute nell’anno solare 2021 erano al di sotto del limite imposto dal Budget Cap.
Red Bull è stata mandata a giudizio presso il Cost Cap Administration Panel, poichè sono state trovate violazioni procedurali e spese eccessive – pur inferiori al 5% – da parte del team che ha sede a Milton Keynes.
Una reazione nei confronti della FIA che potrebbe semplicemente essere un modo scaltro per poi invece accettare la strada del patteggiamento con la Federazione, una via d’uscita che eviterebbe alla Red Bull un iter giudiziario lungo e parecchio scomodo.
Il patteggiamento presuppone ovviamente che la Red Bull ammetta di aver violato il budget cap in modo ufficiale precludendosi così ogni possibilità di giocarsi la reputazione in un appello rischioso. In caso di accordo con la Federazione sicuramente vi sarebbero le roventi proteste degli avversari, Ferrari e Mercedes su tutte, con il team principal Mercedes Toto Wolff che ha già dichiarato di essere pronto a spendere più soldi di quelli a disposizione se la Red Bull dovesse cavarsela con una multa, andando a creare come conseguenza un precedente al quale tutte le scuderie potrebbero appellarsi.
La dichiarazione ufficiale Red Bull
“Prendiamo atto con sorpresa e disappunto delle conclusioni della FIA in merito a una ‘infrazione di spesa minore’ – si legge nella nota diffusa dalla scuderia austriaca sui social – la nostra presentazione per il 2021 era al di sotto del cost cap, quindi abbiamo bisogno di ricontrollare con attenzione le conclusioni della FIA, visto che la nostra convinzione resta che i costi rilevanti siano inferiori all’ammontare del cost cap 2021. Nonostante le congetture e il posizionamento di altri – si legge – c’è ovviamente un procedimento da seguire sotto le regole della FIA, che noi seguiremo rispettosamente mentre consideriamo tutte le opzioni a nostra disposizione“.
Gabriele Viespoli
(Credit foto – pagina Facebook Oracle Red Bull Racing)
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