Il referendum sul taglio dei parlamentari ha visto una netta vittoria del sì. Ma cosa cambierà? Ecco tutti gli scenari previsti
La vittoria del sì al Referendum
La maggior parte dei votanti si è espressa a favore della riduzione dei parlamentari. Cosa accadrà veramente? Innanzitutto l’effetto della votazione non sarà immediato. La legge esiste ma non è ancora attiva. Resteranno ancora 630 deputati e 315 senatori. Il taglio avverrà alle prossime elezioni politiche. Dunque nessuna modifica all’attuale Parlamento. Una volta ridisegnati i collegi, Camera e Senato saranno ridotte di circa un terzo. Ad oggi c’è un deputato ogni 96 mila abitanti, dopo il taglio che ne sarebbe uno per 151 mila. Per quanto riguarda i senatori ad oggi ce n’è uno ogni 188 mila abitanti, con il taglio uno ogni 302 mila.
Ci sarà anche un risparmio. I compensi dei parlamentari variano. Esistono lo stipendio base e la diaria, più indennità di carica e altro. Si può arrivare ad un risparmio di 53 milioni per la Camera e di 29 milioni per il Senato.
Le regioni dopo il taglio
Molise, Basilicata e Umbria subiranno un taglio del 33% dei rappresentati. Altre regioni arrivano al 39%. L’Abruzzo conta un deputato ogni 145 mila abitanti. In Liguria uno ogni 157 mila. Al Senato il Veneto perderebbe il 33%, mentre la Basilicata il 57%.
Il Senato viene eletto su base regionale. Previsto dalla Costituzione un numero minimo di seggi su ogni territorio. Sette senatori per ogni regione ad esclusione del Molise che ne ha 2 e la Valle d’Aosta con uno. Con la vittoria del sì il numero minimo di senatori sarà pari a 3. Questa quota sarà prevista per Basilicata e Umbria. 4 senatori in Friuli Venezia Giulia e Abruzzo. Liguria, Marche e Sardegna ne avranno 5.
Andrea Caucci Molara
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