Il 15 gennaio Giulio Regeni avrebbe compiuto 32 anni
Non manca di certo la tristezza nel descrivere lo scenario riguardo la tragica sorte del giovane Giulio Regeni. Uno scenario formato da più ombre di incertezza rispetto a quello che si sa realmente. Ieri 15 gennaio il giovane avrebbe compiuto 32 anni e a questo proposito non sono mancate le parole della mamma.
La donna infatti su Twitter scrive parole che fanno trapelare il rammarico riguardo questa situazione. Le parole della Defendi: “#veritàegiustiziapergiulioregeni, sempre, anche oggi 15 gennaio, avresti compiuto 32 anni ma c’è chi ti ha rubato la vita”. Un hastag che grida a squarciagola la voglia di conoscere le motivazioni e le modalità della sorte del giovane Giulio.
Il dolore di una donna, ma ancor prima di una mamma che passati quasi quattro anni non ha alcuna effettiva verità riguardo cosa sia successo. Un dolore che viene sorretto anche dai tanti che sono vicino alle iniziative “sponsorizzate” dall’hashtag #veritàegiustiziapergiulioregeni.
Ma chi era Giulio?
Non ci soffermeremo nel descrivere l’efferato delitto nei suoi dettagli. Non perché non sia importante, ma perché vogliamo dare importanza alla sua vita. Una vita piena di vitalità e buoni propositi, che in questo caso, sconfigge la morte venendo ricordato.
Classe 1988, nato a Trieste e cresciuto in un piccolo paese in provincia di Udine si trasferisce in giovane età per motivi di Studio. Approda infatti nell’Armand Hammer United World College of the American West in New Mexico e poi nel Regno Unito. Un ragazzo brillante che nel 2012 e nel 2013, vince consecutivamente il concorso internazionale promosso dall’istituto regionale studi europei. Concorso vinto per le sue ricerche e approfondimenti riguardo il Medio Oriente.
Un ricercatore capace, il quale ha condotto successive indagini per conto dell’ Oxford Analytica poi, e per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale prima. Il dottorato di ricerca presso il Girton College dell’Università di Cambridge sarebbe stato un altro traguardo aggiunto ai suoi successi raggiunti.
Si reca quindi in Egitto per operare una ricerca riguardante le condizioni dei sindacati indipendenti egiziani. Ricerche che hanno portato ad evidenziare le difficili condizioni che “gravitavano” attorno alla realtà dei sindacati. L’agenzia stampa Neni pubblicava gli articoli del Regeni sotto lo pseudonimo Antonio Drus. Successivamente, dopo il decesso il Manifesto ha editato un suo articolo che descriveva la situazione.
Il caso Regeni rimane ancora pieno di controversie, ciò che è certo riguarda l’evidente rallentamento e le varie incongruenze inerenti ai fatti raccontati dalla Polizia Egiziana. Ciò che è certo è il motivo per cui Regeni si trovava in Egitto, motivo che desta domande riguardo le informazioni che aveva potuto scoprire.
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