Rembrandt, il pittore del chiaroscuro: il suo lavoro in 5 opere

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Di Redazione Metropolitan

Rembrandt Harmenzoon van Rijn nasce a Leida il 15 luglio 1606. In occasione dell’anniversario della sua nascita, oggi il mondo dell’arte ricorda l’artista, considerato il simbolo del “Secolo d’oro” olandese e pittore tra i più importanti per la cultura europea.

Rembrandt, i primi anni: l’influenza dei pittori italiani

Cresciuto in una famiglia benestante, il giovane Rembrandt ha la possibilità di concludere una prima formazione completa e di coltivare i suoi interessi. Così, dopo le prime esperienze artistiche a Leida, si reca ad Amsterdam, dove lavora per Pieter Lastmann, famoso pittore locale, tramite il quale il giovane artista scopre l’inclinazione per i soggetti storici. E’ inoltre da questo momento che Rembrandt apprende i grandi pittori italiani del secolo: Carracci e Caravaggio. Dapprima “imitatore” dell’arte barocca italiana, tuttavia l’olandese inizia, tra il 1627 o 1628, a ritenersi pronto ad una sua personale pittura. Dunque, apre un suo studio nella sua città natale, dove lavorerà fino al 1631.

La maturità artistica di Rembrandt e la scoperta di uno stile versatile

L’elemento fondamentale dell’opera di Rembrandt è il luminismo. La luce, che dunque è la protagonista dei suoi dipinti, determina la costruzione del quadro, penetra nei ritratti rivelandone l’interiorità. Benché avesse tratto questa caratteristica da Caravaggio, è bene sottolineare la capacità dell’artista di sapersi servire dei modelli e, al tempo stesso, di discostarsene: rende propria la luce utilizzandola con un approccio sempre nuovo che attinge a una tavolozza dominata dai colori della terra e dalle tonalità calde del dorato. Rembrandt, interessato a scene tradizionali, bibliche e ritratti, muove luce e ombre per enfatizzare i visi e le mani dei personaggi rappresentati. La scelta di scene di interni lo perfeziona, inoltre, nella resa esatta dell’abbigliamento di ogni figura, che così assume una propria identità.

Rembrandt, Autoritratto con capelli scompigliati, 1628. PhotoCredit: dal web.
Rembrandt, Autoritratto con capelli scompigliati, 1628. PhotoCredit: dal web.

Nella sua piena maturità, l’artista non si lascia più influenzare dalle tendenze: è lui a crearle, rinnovando e rivoluzionando continuamente il suo modo di dipingere. Infine, un altro tratto distintivo del pittore è la capacità di rendere con precisione l’idea di movimento, garantendo drammaticità alla scena.

Rembrandt in 5 opere: i dipinti più celebri

In memoria dell’artista, che si erge a rappresentante della cultura seicentesca olandese, si vuole celebrare la sua attività artistica attraverso la descrizione di alcune delle sue opere più famose. Attraverso di esse, sarà possibile individuare la predilezione dei soggetti scelti e la sua evoluzione stilistica.

Il rapimento di Europa (1632)

Di carattere mitologico, il dipinto rappresenta il mito del rapimento della principessa fenicia Europa da parte di Giove nelle spoglie di un toro bianco, così come descritto dal poeta latino Ovidio nelle sue Metamorfosi.

Cristo nella tempesta sul mare di Galilea (1633)

Una nave in preda a una terribile tempesta ospita Gesù, intento a calmare le acque. L’episodio, narrato dal Vangelo secondo Marco, è l’unico paesaggio marino dipinto dall’artista ed è un’opinione abbastanza diffusa che l’unica figura che guarda verso l’osservatore sia un autoritratto dell’autore stesso.

Rembrandt, Cristo nella tempesta nel mare di Galilea. PhotoCredit: dal web.
Rembrandt, Cristo nella tempesta nel mare di Galilea. PhotoCredit: dal web.

Danae, 1636

Secondo la mitologia classica Danae, figlia del re di Argo, fu amata da Giove. Il padre, spaventato da una profezia, l’aveva rinchiusa in una torre di bronzo per impedirle di avere figli, ma il dio riuscì a possederla ugualmente, raggiungendola sotto forma di pioggia d’oro. Rembrandt rappresenta la donna stesa su un sontuoso letto a baldacchino mentre accoglie, nuda e sorridente, la luce che la investe; alle sue spalle, oltre il pesante tendaggio di velluto rosso, s’intravede la figura di un vecchio, probabilmente il padre Acrisio.

La ronda di notte (1642)

L’opera di Rembrandt rientra nel genere dei ritratti collettivi. In questo caso, in un’unica tela, sono rappresentati tutti i componenti della milizia civica di Amsterdam. Si tratta di una delle opere più famose del pittore in quanto la grande tela non si limita a presentare in maniera statica più persone nello stesso quadro, ma rappresenta un’azione nel suo avviarsi, in pieno movimento.

Rembrandt, La ronda di notte. PhotoCredit: dal web.
Rembrandt, La ronda di notte. PhotoCredit: dal web.

L’Autoritratto come san Paolo (1661)

L’Autoritratto è un’opera emblematica del pittore olandese per via delle vicende relative al suo acquisto da parte del cardinal Neri Maria Corsini e alla sua successiva sparizione dal territorio italiano. Nel XVIII secolo, infatti, l’opera scompare dalla collezione di Palazzo della Lungara, in cui era ospitata da alcune generazioni.

Rembrandt, Autoritratto. PhotoCredit: dal web.
Rembrandt, Autoritratto come san Paolo. PhotoCredit: dal web.

Proveniente dal Rijksmuseum di Amsterdam torna in Italia lo straordinario ritratto, per la prima volta dopo il 1799. La mostra, prolungata fino al 30 settembre, riporta quindi il famoso dipinto alla Galleria Corsini, ancora oggi allestita seguendo la disposizione voluta nel Settecento da Neri Maria Corsini, e presenta la storia della dispersione dei quadri della collezione della celebre famiglia romana.