Resident Evil 4 Remake Recensione breve | Capcom ce l’ha fatta di nuovo: il Remake del celebre capitolo della serie Survival Horror che ha svoltato con forza verso l’action è un gioiello. Forse è persino migliore dell’originale, il che è tutto dire. 

Tra nuove meccaniche e grafica rimodellata, la storia rimasta immacolata brilla come non mai, dimostrando che davvero, Resident Evil 4 ha rappresentato il picco della serie originale. La convivenza perfetta di tutto ciò che l’ha resa celebre fino al 2005, con in più un guizzo shooter implementato meglio e con maggior movimento. Leon è tornato, insomma, ed è più in forma che mai.

RESIDENT EVIL 4 REMAKE RECENSIONE | TESTATO SU PC

(Disponibile anche su Playstation 5 e Xbox Series X|S)

VOTO 9

+Le nuove meccaniche sono perfette per Leon e il gioco
+La storia è la stessa, ma dove la sceneggiatura prende lievi licenze funziona meglio.
+La resa grafica è spettacolare.
+Il level design è riconoscibile anche se modernizzato. 

-Sotto la patina lucida, qualche minima legnosità è rimasta: ancira troppo backtracking!

Resident Evil 4 Remake Recensione, tutto meglio

Resident Evil 4 Remake Recensione

Resident Evil 4 è tornato. Quante altre volte era già successo? Tra remaster più o meno riuscite e una versione VR abbastanza castrate, più di quante il pubblico ricordi. O viglia ricordare, forse. Di sicuro, questa è stata la volta buona, dato che dalla release Resident Evil 4 Remake non ha fatto altro che macinare successi e ricevere critiche entusiaste. Il motivo è semplice: è la migliore versione di sè stesso, fedele alle origini e allo stesso tempo tanto lontano da loro che pare un altro videogioco. Uno più bello, nello specifico. Viene quasi da dire che grazie alla moderna tecnologia Resident Evil 4 Remake si è finalmente raggiunto, superando la coltre di nebbia spessa rappresentata da console che non riuscivano a far emergere del tutto il suo valore. Solo che nessuno poteva saperlo, all’epoca. 

Resident Evil 4 Remake Recensione

Adesso, però, è chiaro a tutti. Ben visibile nell’azione dai ritmi più serrati e dalla fluidità aumentata a dismisura, anche se non del tutto perfetta. Il parry è la “ciliegina sul calcio rotante” che ci mancava e non lo sapevamo, il coltello che si rompe un dettaglio da survival non da poco, nell’economia di un gioco che soppesa meglio avventura sregolata e strategia. Nei menù, dove meccaniche ereditate dai due Remake precedenti esaltano l’anima survival e danno un senso più stratificato all’accumulo di risorse e alla gestione dell’inventario.

Resident Evil 4 Remake Recensione

Parlo del crafting, per citare la più importante. Mi è parso, e non sono il solo a pensarlo, persino più horror dell’originale. Vuoi perchè la nuova grafica, i nuovi modelli e animazioni sono meravigliosamente realistici e perciò terrorizzanti, vuoi perchè la succitata azione serrata e a volte opprimente si sposa a meraviglia con il feeling di star sempre in biliico su una corda sottile. Sospesa su zombie cattivissimi e munizioni scarse, enigmi misteriosi e una trama eccellente.  

Accontentare senza accontentarsi

Anche volendo fare le pulci a Resident Evil 4 Remake non si può certo criticare la sua storia avvincente, splendidamente B-Movie in linea con la vera essenza della saga horror. Non è invecchiata di un giorno, e dove rischiava di risultare stantia, Capcom ci ha messo una pezza. Nel caso di Ashley, una pezza bella grossa. I tempi erano maturi oer proporre una ragazza più forte, meno dipendente da Leon ma non per questo “Mary Sue”. Che per chi ha dimestichezza con i topos del cinema, è l’emblema della donna invincibile solo perché “può esserlo”, fino a risultare stucchevole, e non autoaffermata. Perciò tranquilli, Ashley è ancora abbastanza irritante. Solo che ora almeno è anche intelligente, e ha un ruolo ludico più definito e meno dipendente da Leon “a tutti i costi”. 

Dove Resident Evil 4 Remake “cade” è probabilmente nel cercare di accontentare i fan che si sono lamentati, per esempio, della mancata torre dell’orologio del terzo episodio (di cui potete leggere la recensione QUI) ricreato qualche anno fa. Quanto avrebbe davvero tolto fascino all’esplorazione ridurre più efficacemente il backtracking? Sappiate che ce ne è ancora davvero troppo, sia nelle fasi iniziali che in quelle, ben più emozionanti, finali. Risalta anche più di quanto dovrebbe nel nuovo contesto ripulito e lucidato, allenta la tensione. A meno che non abbiate una nostalgia spropositata: appunto, da torre dell’orologio mancante. Che di fatto, non “manca” poi a nessuno per davvero. Non fraintendete: la valutazione finale ne risente, a mio avviso, solo nell’ordine del mancato perfect score. Poco male, insomma.