Retronerd #27 – Lemmings

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Il 1991 è stato un anno molto prolifico per i videogiochi; diciamo che è stato un anno speciale per vari punti di vista e il fatto che sono nata io nel ’91 è solo un caso, o forse no. In ogni modo, se qualche puntata fa di Retronerd abbiamo parlato del carino riccio blu di Sega, uscito proprio durante quell’anno, un’altra piccola mascotte (o forse, dovrei dire, più di una) hanno popolato gli schermi del tempo. Parlo di un videogioco divenuto cult e uscito per Amiga, pubblicato da Psygnosis – software house britannica acquisita poi da Sony – ovvero Lemmings.

E’ un po’ difficile parlare di retrogames in generale, perché è sempre strano dover spiegare qualcosa di davvero innovativa in un’epoca, come quella odierna, in cui molte meccaniche vetuste sono ormai non solo superate, ma anche ridicole ai nostri occhi. Non per colpa nostra; è l’avanzare della tecnologia che fa accadere questo. Eppure, ogni volta, quando scrivo di retrogaming, chiedo sempre ai lettori di fare uno sforzo ed andare indietro nel tempo, per quanto è possibile, ed immaginare i primi anni Novanta. Cosa poteva piacere e cosa poteva imporsi sul mercato?

Lemmings: attenti a dove mettete i piedi!

I Lemmings sono frutto di incredibile creatività da parte degli autori e difficilmente abbiamo avuto un videogioco simile a questo. E’ un rompicapo a corrimento laterale 2D con grafica particolarmente colorata, non eccelsa come gli altri titoli pubblicati da Psygnosis (uno su tutti: Shadows of the Beast) eppure abbastanza addictive per via del suo gameplay. L’obiettivo del gioco è molto semplice: trarre in salvo degli esserini antropomorfi, i Lemmings appunto, non particolarmente intelligenti – questo è vero – con una folta chioma verde, carnagione chiara e una tunica blu. Tutti uguali, come formichine. Tuttavia, questi poveri Lemmings non sono per nulla inclini al problem solving e dobbiamo pensare noi alla loro sicurezza e ad aggirare un ostacolo. Se non fosse per il nostro intervento, i Lemmings possono cadere in dirupi, affogare in acqua o nella melma, morire bruciati, schiacciati, insomma qualsiasi fine orribile. Noi videogiocatori non possiamo modificare il complesso sistema di trappole o altri elementi paesaggistici ma possiamo trarre a nostro vantaggio le abilità che ogni lemming può imparare, questo fa in modo di guidare i piccoli esserini dalla chioma verde fino alla fine del livello, e trarli in salvo.

Una piccola curiosità: i creatori si sono ispirati appunti ai Lemmings (lemmi in italiano) piccoli roditori dell’Artico a seguito della visione di un documentario Disney in cui spiegava che la tribù dei lemmini in periodi di grandi migrazioni o forti carestie praticassero suicidi di massa come ad esempio cadere in dirupi o in corsi d’acqua per evitare la sovrappopolazione. Questo è stato a lungo creduto malgrado questo comportamento non è mai stato scientificamente provato e spiegato, la scena del suicidio di massa mostrato da Disney è un espediente creato ad hoc.

I Lemmings sono famosi per lasciarsi cadere in un nuovo livello con il loro ombrellino rosso e bianco, da un’apertura sopraelevata, in qualsiasi punto in maniera abbastanza random. Noi videogiocatori non possiamo far nulla a riguardo, se non decidere a quale velocità essi debbano scendere. Ogni livello (e badate bene che parliamo di un videogioco davvero longevo, 120 livelli!) ha un numero di lemmings prestabilito e, in base a questi, quanti ne debbano essere salvati poiché il livello sia completato.

Come ogni platform del tempo, man mano che si va avanti nei livelli, l’asticella della difficoltà si alza irrimediabilmente. Si passa da livelli con una sola schermata, ad altri composti da numerose schermate, un groviglio di ambienti e trappole per l’epoca davvero ben studiato. Il divertimento in Lemmings non è tanto la dinamicità dell’azione e la velocità dei protagonisti, tant’è che l’hardware non lo permetteva, tanto quanto l’attenta pianificazione del percorso che conservava, oltre il rompicapo, anche una buona dose di abilità gestionale. Ogni lemming può diventare un punto di svolta per l’avanzare nella “Storia”. Un lemming scavatore può aprire una via di fuga per gli altri, i costruttori potranno invece costruire un’utilissima scala. Ogni abilità dev’essere ponderata e utilizzata a seguito di un’attenta riflessione poiché le abilità non sono infinite e possono essere distribuite in modo molto limitato.

Considerate che all’epoca non esisteva internet e le guide non erano come quelle di oggi, in cui basta digitare una parola su Google per trovarla. Potevi rimanere incollato in un livello per giorni, addirittura mesi, ed aspettare la guida uscita sul giornale oppure la telefonata dell’amico che era riuscito ad andare avanti. Lemmings, Monkey Island e tutti quei videogiochi pre-32 bit avevano questa bellissima particolarità e una buona dose di frustrazione ormai persa nel tempo. Forse è proprio per questo che Lemmings, malgrado i tantissimi porting e le versioni (rivedute, riaggiornate, rebootate e che dir si voglia) non hanno più esercitato appeal sulle nuove leve di videogiocatori. Eppure, parlare di un videogioco del genere uscito nel 1991 è interessante perché ci fa capire come si è evoluto il genere rompicapo e i Lemmings sono stati una grande innovazione per l’epoca, spianando poi la strada a titoli storici come Oddworld: Abe’s Odyssey.

Lemmings gode di vari porting su quasi tutte le console uscite, altre a nuovi capitoli destinati anche al mercato mobile. Psygnosis cavalcando l’onda del grande successo, decise di programmare una serie di sequel (per modo di dire…) sempre identici a livello grafico o di gameplay ma con nuovi livelli, quasi un centinaio in più. Lemmings ha continuato ad avere varie modifiche negli anni, mentre il team originario, DMA Design è diventato famoso per tutt’altro: Grand Theft Auto, trasformandosi poi in Rockstar North, di casa in Scozia. Chi doveva dirlo, che gli antenati di Trevor, CJ e Tommy Vercetti dovevano essere proprio loro, gli omini con la capigliatura verde?

Grazie a tutti, al prossimo appuntamento con Retronerd venerdì prossimo!

Seguiteci su Facebook ed Instagram!