Rendiamo omaggio a Richard Benson, musicista attivo nell’underground romano dei primi anni settanta. Nella sua carriera ha condotto diverse trasmissioni televisive e radiofoniche a sfondo musicale. Figura storica delle emittenti private romane, ha costruito la sua fama su un personaggio caciarone e trash. Ma era anche un grandissimo chitarrista!

Dall’Inghilterra al Buon vecchio Charlie

Richard Benson
Cpyright Caffeina Magazine

Nato a Woking nel 1955, Richard Benson, ha creato una leggenda già dal suo cognome. Infatti, intorno al vero nome e alla vera nascita sono girate le voci più assurde. Qualcuno sosteneva che si chiamasse Riccardo Benzoni, qualcun altro lo riteneva figlio del boss della Benson & Hedges. In una sua trasmissione feceve vedere un documento di identità che  non ha fugato nessun dubbio. Come spesso accade il mito è sempre più forte della realtà! Perché credere a qualcosa di vero e ordinario quando si può raccontare qualcosa di leggendario? Lo faceva Benson stesso con le sue storie radicate nel vero e proiettate nel mito. Non è una menzogna che abbia frequentato i grandi chitarristi dell’era del virtuosismo metal come Malmsteen o Steve Vai, ma è molto meno probabile che un giovane Marilyn Manson andasse ai suoi concerti o che fosse richiestissimo in America come era sovente raccontare.

Ma oltre ad essere un personaggio sui generis, Richard Benson era anche un talentuoso chitarrista, senza ombra di dubbio. La sua carriera musicale inizia agli albori degli anni settanta, quando entra a far parte del gruppo prog rock Buon vecchio Charlie. Il gruppo inciderà solo un album, l’omonimo Buon vecchio Charlie, in gran parte strumentale. Inciso nel 1971 sotto l’etichetta discografica indipendente Suono, non venne mai distribuito e solo nel 1990 ne fu realizzata un’edizione limitata in CD dalla Melos. UQalche anno più tardi, l’Akarma, ripubblicò il lavoro della band su LP. L’album è stato giudicato positivamente da alcuni critici.

Nel 1972 il gruppo si sciolse e alcuni suoi componenti entrarono a far parte dei Libra, mentre altri formarono i Bauhaus. Attenzione: erano solo omonimi del più famoso gruppo gotich rock britannico. Benson, invece, continuò la propria carriera come solista e partecipò ad entrambe le edizioni del Festival pop di Villa Pamphili nel 1972 e nel 1974.

Dal chitarrista Benson, al personaggio Richard Benson

Nei primi anni settanta, entra nello staff della trasmissione radiofonica Per voi giovani, ideata da Renzo Arbore, in cui conduce uno spazio dal nome “Novità 33 giri“, in cui Benson si limita a proporre materiale discografico del periodo. Nello stesso periodo inizia la collaborazione con la rivista Ciao 2001 e Nuovo Sound come recensore musicale.

Per tutti gli anni ‘70 e ‘80 dava lezioni di chitarra, si esibiva nelle discoteche, era personaggio da vita notturna. Qualcuno si accolse di lui ed entrò nel mondo della TV. Era chiaramente adatto per le reti regionali e conduceva trasmissioni musicali con la sua immancabile parrucca. Era perfetto per la tv: spaccava dischi in diretta, urlava, era molto comunicativo, avvincente e trasmetteva musicisti eccezionali, sia italiani che esteri. Faceva emergere il sommerso, era sponsorizzato da negozi di dischi, era seguito e stimato. Purtroppo la sua apparenza ed il suo modo di fare, nel tempo, lo hanno messo all’angolo come uno poco credibile e ridicolo.

Era nato con la radio ed era diventato un trionfatore grazie alla Tv. A notarlo per primo è stato uno dei mecenati del trash, Roberto D’Agostino, che gli fa fare una passerella a Quelli della notte. In uno dei tanti programmi condotti prendeva le telefonate in diretta. Conoscendo il personaggio, oggi, non avremo mai fatto questa scelta, ma all’epoca fu un’idea geniale. Da quella trasmissione nasce quel rito di insultarlo in maniera sempre più creativa che si è portato dietro per il resto della sua vita. Amore espresso con i peggiori e strani insulti. Rito che si porterà dietro anche durante i suoi spettacoli dal vivo quando il pubblico lo andava a vedere solo per offenderlo e tiragli di tutto al grido “Che Dio te baci freddo!”. Uno spettacolo nello spettacolo in cui il pubblico fa molto più tenerezza rispetto a chi è sul palco.

Richard Benson: la ‘fama’

Nel 1992 comparve in un cameo nel film di Carlo Verdone Maledetto il giorno che t’ho incontrato, interpretando se stesso. Fu il delirio! Finalmente arrivò al grande pubblico creando una sorta di curiosità nel personaggio interpretato nel film. Immaginatevi lo stupore quando tutti scoprimmo che in realtà era così da vero.

Il primo album solista, Madre Tortura, esce nel 1999 ed è giudicato negativamente per le imprecisioni esecutive di Benson, ma apprezzato per alcuni spunti strumentali e dal punto di vista lirico. Parte in tour ma è costretto a fermarsi poco dopo. Purtroppo il 15 settembre del 2000 fu vittima di un incidente. Cadde dal Ponte Sisto di Roma e si fratturò una gamba, costringendolo a una delicata riabilitazione. La dinamica dell’incidente rimase ignota ma non privo di storie e leggende: da un tentato omicidio ad un semplice incidente stradale.

Si riprese solo nel 2002 dopo quattro interventi chirurgici e riprese da doive aveva lasciato: il palco!  Iniziò a suonare nello spettacolo acustico Paradiso in inglese, Inferno in italiano, seguito da svariati concerti insieme ai più disparati musicisti. L’anno successivo partecipò per 12 puntate a I solati, un’appendice satirica prodotta dalla Rai, de L’isola dei famosi.

A dicembre del 2005 Benson tenne due concerti presso il Coetus Pub di Roma, segnando il tutto esaurito in entrambe le date. Anticipo di un tour nei pub che avverrà l’anno successivo. Richard aveva un grandissimo seguito di pubblico e memorabile fu la data del 23 febbraio all’Alcatraz di Fiumicino. Invece del consueto concerto si tenne un lungo dibattito di quasi quattro ore in cui lo stesso chitarrista raccontò al pubblico vari aneddoti sulla sua vita.

Il suo modo di fare, il suo aspetto, lo portano ad essere spesso invitato come ospite in varie trasmissioni come il Chiambretti Night, Avanti Un Altro, Stile Libero e La Grande Notte, giusto per citarne alcune.

Gli ultimi anni

Dopo una lunga assenza dalle scene musicali, tornò ad esibirsi dal vivo per quattro date a Perugia, Avellino, Prato e Ciampino nel 2012 e venne intervistato nella trasmissione televisiva La valigia dei sogni, condotta da Simone Annicchiarico. Sempre nello stesso anno conduce su Retesole una trasmissione omonima della storica Ottava nota, con un format molto simile. Successivamente passò al canale locale italiano One Television, dove condusse il programma Rock Machine.

Dal 2013 al 2014 condusse una trasmissione in una TV online propria, chiamata “RichardBensonTv“, nella quale espresse le proprie opinioni su gruppi, artisti, dischi, parlando a ruota libera di svariati argomenti riguardanti la musica heavy metal.

Il 16 marzo 2015 pubblica il suo secondo lavoro: L’inferno dei vivi. Questo disco è prodotto dai Tiromancino.

Attraverso il suo canale YouTube, nel 2016, Benson annuncia l’uscita della raccolta Duello madre. Verso la fine dello stesso anno Repubblica TV pubblicò un video nel quale Richard Benson, insieme alla moglie Ester, chiedeva aiuto ai fan tramite donazioni, raccontando di essere affetto da problemi cardiocircolatori e di trovarsi in condizioni economiche precarie. In conseguenza di questo appello vennero organizzate varie campagne di crowdfunding per aiutare il musicista, che ottennero un successo superiore alle aspettative. Provarono ad organizzare perfino un concerto, il Richard Benson Charity Live, che avrebbe dovuto svolgersi nel dicembre del 2016. Durante questo evento vari gruppi rock di Roma si sarebbero dovuti esibire donando il ricavato a Benson stesso. Purtroppo all’ultimo momento ci fu un guasto all’impianto elettrico del locale e tutto saltò! Qualche mese dopo Benson dichiarò di essersi ristabilito e di avere molti progetti per il futuro.

La prima tappa di questi progetti fu quella di registrare, e pubblicare su YouTube, diversi video in cui eseguiva alla chitarra classica brani inediti di genere blues e pop, con testi scritti da Cinzia Colibazzi e musica di suo pugno. Annunciò di aver iniziato a lavorare ad un nuovo progetto di rock sinfonico con la collaborazione, tra gli altri, del produttore Simone Sello. Nelle settimane seguenti vennero pubblicati sui profili social del chitarrista vari post sul procedimento dei lavori e il 19 aprile del 2022 furono completate le registrazioni del primo singolo Processione.

Il 10 maggio lo staff di Benson annunciò con un post su Facebook la morte dell’artista, avvenuta all’età di 67 anni.

Alessandro Carugini

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