Riforma della giustizia: l’incontro Meloni-Nordio sancisce i prossimi passi

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Di Serena Pala

Il Governo conferma il cronoprogramma sulla riforma della giustizia, a seguito di un incontro a palazzo Chigi di tre ore tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Guardasigilli Carlo Nordio. Si parte con l’abuso d’ufficio, con il traffico di influenze e il processo di digitalizzazione della macchina giudiziaria. Intanto pressing da Berlusconi e Terzo Polo.

I provvedimenti da portare avanti per la riforma della giustizia, l’incontro Meloni-Nordio

Giorgia Meloni e Carlo Nordio – Photo Credits Francesco Fotia/AGF

Dopo l’incontro tra la premier e il Guardasigilli, a cui è seguita – viene riferito – una stretta di mano e grande sintonia, sono stati sanciti i provvedimenti da portare avanti in merito alla riforma della giustizia. Carlo Nordio, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha teso la mano alle toghe. “Ogni futura riforma, invece, prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento sovrano, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia e alla magistratura”, ha precisato. “Autonomia e indipendenza della magistratura costituiscono un pilastro della nostra democrazia, garantita dalla Costituzione. Sono principi inderogabili, che hanno accompagnato tutta la mia lunga attività professionale in Procura”, ha quindi sottolineato.

Giorgia Meloni ha apprezzato queste parole, osservando: “Dare ai cittadini una giustizia giusta e veloce è una priorità assoluta di questo Governo e un impegno che abbiamo preso con gli italiani. Siamo determinati a mantenerlo nel più breve tempo possibile”. Ma prima di approfondire gli interventi da portare avanti anche la premier attende la lettura dei testi. Nordio ha specificato che quello della giustizia “è un cantiere sempre aperto” e che, dunque, al momento non sono previste accelerazioni sui nodi più “divisivi”.

Riforma della giustizia, incontro Meloni-Nordio: pressing da Berlusconi e Terzo Polo

Intanto arrivano i pressing da Berlusconi e Terzo Polo. “Ai sacrosanti impegni del nostro ministro Nordio devono seguire i fatti, le norme su cui lavorare concretamente in Parlamento sono assolutamente importanti. Però Nordio ha indicato la strada giusta, finalmente una strada garantista, che per noi è irrinunciabile”, afferma Berlusconi. E poi rimarca: “Una riforma della giustizia che tuteli la libertà dei cittadini, lo stato di diritto, la professionalità dei magistrati seri, la terzietà dei giudici è una delle ragioni per le quali esiste questo governo. Su questo è d’accordo non soltanto l’intera maggioranza, ma anche una parte dell’opposizione”.

Carlo Calenda sostiene poi: “La riforma della giustizia è chiesta più o meno da tutti i partiti, negli ultimi venti anni credo. È ora di farla”. Il timore tra i centristi è che le riforme di Nordio vengano “annacquate”. La convergenza tra il Terzo Polo e Forza Italia sul tema della giustizia è resa nota anche dagli atti parlamentari.

Riforma della giustizia, il disegno di legge sui trojan firmato da Terzo Polo e Forza Italia

Al Senato – secondo quanto riporta AGI – Terzo Polo e Forza Italia hanno anche depositato un disegno di legge insieme. Firmato dal capogruppo forzista in Commissione Giustizia, Zanettin, e dall’ex sottosegretario renziano, Scalfarotto. Si tratta di una misura per arginare l’uso dei trojan.

Si legge nel testo: “Modifiche agli articoli 266 e 267 del codice di procedura penale, in materia di utilizzo del captatore informatico nei procedimenti per i delitti contro la pubblica amministrazione. Se da un lato l’utilizzo del trojan, introdotto nell’ordinamento penale italiano con la legge 23 giugno 2017, n. 103 – cosiddetta riforma Orlando – rappresenta lo strumento più penetrante ed efficace nel contrasto alla commissione di reati ritenuti di particolare gravità di tipo associativo e di terrorismo, dall’altro – scrivono ancora i proponenti – è lo strumento che più viola la sfera di intimità dell’intercettato, con l’evidente rischio di una diversa destinazione d’uso atto a violare la privacy degli individui, nonostante la Corte di cassazione abbia confermato che vada esclusa la riconducibilità del trojan agli strumenti di pressione sulla libertà fisica e morale il cui uso è vietato dall’articolo 188 del codice di procedura penale”.

Il disegno di legge, dunque, punta a modificare gli articoli 266 e 267 del codice di procedura penale, che prevedono l’esclusione dei reati contro la pubblica amministrazione dall’utilizzo del trojan nelle indagini.

La battaglia sulla separazione delle carriere e la priorità del Governo per altri dossier

Alla Camera prosegue la battaglia sulla separazione delle carriere: vi è un testo di Costa di Azione e, si apprende ancora su AGI, ne sarebbe stato depositato un altro nella stessa direzione che porta la firma dell’azzurro Calderone. Anche la Lega insiste, e proprio a palazzo Madama ha presentato un suo testo. Nel programma del centrodestra la riforma è una delle priorità, ma per il momento il governo affronterà altre questioni, partendo appunto dal traffico di influenze e l’abuso di ufficio. “La volontà è di non procedere a strappi”, si apprende.

In merito all’abuso di ufficio, si riscontrano sensibilità diverse nella maggioranza: Fratelli d’Italia è per la modifica della legge, Forza Italia punta ad un intervento più incisivo, ma “l’accordo si troverà facilmente”, rassicurano dalla maggioranza. “Mi auguro che riusciremo a fare nel corso dei cinque anni la riforma della Giustizia di cui tutti parlano da decenni, visto che la Cartabia non ha toccato nulla”, dice il segretario della Lega Salvini. Fdi rimarca come l’incontro tra Meloni e Nordio sia la testimonianza del pieno sostegno del premier al Guardasigilli e di come l’intenzione sia quella di procedere compatti.

“Sono stati smentiti i gufi”, il ‘refrain’. “Non penso che Meloni voglia frenare Nordio, Nordio ha tutta la fiducia della premier e di questa maggioranza e il fronte garantista è ampio”, sottolinea anche il ministro della Difesa, Crosetto

Serena Pala

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