Ha vissuto intensamente ed è bruciato velocemente Rino Gaetano, il cantautore scomparso precisamente quarant’anni fa in un incidente stradale a Roma.

Le sue canzoni hanno accompagnato intere generazioni, e tuttora la luce del suo astro non accenna affatto a spegnersi. Tanti i tributi e i pensieri dedicati a un giovane che ha cambiato il modo di fare musica in Italia.

Rino Gaetano: la morte mai chiarita e quella canzone profetica

Poche ore prima di morire, Rino si stava comportando come un ragazzo della sua età nella città più bella del mondo, Roma: una chiacchierata con gli amici e il giro dei locali capitolini, in compagnia probabilmente di un bicchiere di buon vino.
Chi di noi non l’ha mai fatto? Quanto ci piace quella spensieratezza, quel momento in cui il cervello stacca dalle preoccupazioni e le incombenze quotidiane e si lascia cullare da un sorriso famigliare e dal sapore del mosto.

Nessuno di noi penserebbe mai che, di ritorno a casa, potrebbe trovare la morte. Sicuramente non lo immaginava neppure Rino, eppure alle quattro del mattino perde il controllo della sua auto, invade la corsia opposta e si schianta contro un camion. Invano ogni tentativo di soccorso: gli ospedali sono tutti pieni, e l’artista muore un paio di ore dopo.

La tomba di Rino Gaetano al cimitero del Verano © fanpage.it
La tomba di Rino Gaetano al cimitero del Verano © fanpage.it

Qualche giorno dopo le esequie inizia a risuonare nell’aria una musica, una canzone inedita di Rino Gaetano. Si intitolava “La ballata di Renzo” e raccontava la triste sorte di un ragazzo, morto perché gli ospedali di Roma erano pieni e non potevano curarlo.
Sembra una coincidenza, vero?
Chissà se lo è anche la morte del suo caro amico Enrico Carnevali, avvenuta qualche mese più tardi. Quell’amico che, ogni tanto, aveva spifferato a Rino segreti diplomatici che nessuno avrebbe dovuto sapere, men che meno un cantautore che li rendeva canzoni.
Una morte accidentale o uno di quei complotti che tanto arricchiscono il variopinto folklore del nostro Bel Paese?

A prescindere da come siano andate le cose, viene da chiedersi cosa starà pensando Rino a vederci ancora lì, dove per lui è finito tutto, in quei locali accoglienti con gli amici di sempre a cantare a squarciagola le sue eterne canzoni, con in mano un’eredità che inconsapevolmente tramandiamo di canto in canto.

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Immagine di copertina: ilriformista.it

CHIARA COZZI