Sono passati circa sette anni dalla sua uscita sul mercato, ma Dishonored ha occupato un posto d’onore tra i videogiochi della passata generazione, offrendo ai videogiocatori uno stealth ibrido e variegato. Ad oggi si possono trovare i titoli della saga a prezzo irrisorio che vi consiglio ancora di più con le offerte del Black Friday. Riscopriamolo insieme.
Quando pensiamo al genere stealth solitamente la nostra mente va a pensare a quello spettacolare franchising di Metal Gear Solid.
Metal Gear Solid è stato fautore di un genere che ha ottenuto estremo successo in termini di vendite eppure le vere origini dello “stealth” sono da attribuire ad un altro classico, di recente remaster su Nintendo Switch, Wolfestein.
Con la precedente generazione di console, il genere stealth (aiutato grazie a reboot esclusivi di saghe quali Hitman e Deus Ex) ha avuto una seconda rinascita.
Proprio a cavallo di questa era, esce nel 2012 Dishonored, un videogioco stealth ibrido creato dai ragazzi di Arkane Studio, casa di sviluppo francese e pubblicato da Bethesda.
Sono venuta a conoscenza di questo videogioco soltanto lo scorso anno grazie ad una ragazza che considerava la saga di Dishonored come la sua preferita. Abbastanza incuriosita dalla lore e dai personaggi da lei accuratamente descritti, ricordai di averlo scaricato tempo prima sul Playstation Store.
Sarò sincera, per la prima run, non mi sono approcciata al gioco seguendo le meccaniche stealth, bensì ho favorito più uno stile di gioco più dedito all’azione, complice la smània di finirlo a causa di un backlog strapieno, il primo capitolo mi lasciò quasi indifferente. Lo trovai superato e macchinoso.
Dishonored non è affatto un gioco per chi va di fretta; avete un backlog pieno o altri giochi da provare in contemporanea? Non iniziatelo.
Dishonored è una saga che va gustata in ogni suo singolo aspetto.
Ogni personaggio, dialogo, documento trovato per caso, non fa altro che arricchire la lore di questo mondo di gioco vasto e ricco di dettagli, fedele alle ambientazioni steampunk ed industriali presi in prestito dall’Inghilterra Vittoriana, ridisegnandole per il suo personale mondo fantastico.
Dishonored racconta la storia di Corvo Attano, un uomo probabilmente sui 35/40 anni, Protettore Reale dell’Imperatrice di Dunwall, Jessamine Kaldwin. Il mondo di Dishonored è piegato dalla peste nera, e le città sono putride, oscure, popolate da ratti infetti e crature piangenti (persone contagiate dalla peste che assumono uno status di simil “zombie”).
Corvo ha il compito di andare come ambasciatore dell’Impero in altri Stati regnanti al confine di Dunwall, per cercare rimedio contro il morbo.
Tuttavia un giorno, di ritorno senza portare “buone nuove”, mentre comunica i risultati infruttuosi delle sue negoziazioni all’Imperatrice Jessamine, questa viene uccisa davanti ai suoi occhi da un misterioso assassino comparso lì dal nulla e svanito subito dopo.
Trovato solo accanto al corpo della sua Imperatrice, viene accusato di regicidio e condannato a morte.
Sarà proprio nelle prigioni, durante l’attesa della sua esecuzione, che iniziano le fasi di gameplay; Corvo Attano vorrà scappare dall’incombente esecuzione e sarà aiutato, in gran segreto, dal gruppo di Lealisti dell’Impero, ovvero coloro rimasti fedeli all’Imperatrice e che rifiutano l’insediamento del nuovo Lord Reggente.
Dishonored ci darà subito due approcci da usare nel portare avanti la storia, che possono essere scelti a nostra completa discrezione.
Possiamo scegliere se agire nell’ombra così come è auspicabile oppure adottare uno stile più aggressivo e “sparatutto” a là Bioshock, con il quale condivide l’Unreal Engine e lo stile retro-futuristico.
L’innovazione del titolo di Arkane Studio è proprio questa: diversi approcci di gameplay che possono stuzzicare l’appetito di una variegata fetta di videogiocatori. Nessuno stile usato è a sfavore di un altro.
Entrambi hanno le proprie peculiarità, tutte da scoprire, garantiscono al videogiocatore diverse strade da percorrere e due (se non tre) finali diversi.
La storia può finire a Caos Basso (ovvero, ottenibile con poche o nessuna uccisione) che garantirà un finale più positivo e porterà con se modifiche nei dialoghi e nelle strade di Dunwall: se si operano poche uccisioni avremo meno possibilitò di lasciare cadaveri a terra e quindi meno chance daremo alla peste di ampliare il suo contagio.
Immaginate che struttura diversa avremo del mondo esterno se utilizzassimo un approccio “sparatutto”. Il Caos Alto ci porterà ad un finale cupo e sanguinoso, sarà l’approccio più semplice da adottare grazie ai tanti strumenti in dotazione tra pistole, balestre, fumogeni e granate. Oltre ai poteri paranormali donati a Corvo per mano dell’Esterno, figura fondamentale su cui si basa la lore del gioco.
L’Esterno, entità sovrannaturale e neutrale, dona poteri paranormali quali la translazione del corpo, manipolazione del tempo o la capacità di prendere il controllo del corpo di persone o animali.
Questi poteri sono disponibili solo ai “prescelti”, ovvero persone che l’Estraneo sceglie e le visita in sogno o nella mente se questi si avvicinano ad altari a lui dedicati.
Corvo Attano è uno di questi prescelti e i suoi poteri possono essere di grande vantaggio nelle fasi di gameplay, qualsiasi approccio andremo ad utilizzare.
Tali poteri offrono totale dinamismo che offre estrema libertà nel mondo di gioco in cui, a differenza di altri videogiochi stealth in cui il percorso da fare va da A a B, i livelli strutturati in Dishonored offre approcci variegati che donano una sensazione di estrema libertà per portare a termine una missione, malgrado queste non avesse le caratteristiche di un open world.
Correre sui tetti, o passare attraverso condotti d’aria, oppure entrare in un edificio sfondando la porta, fermare il tempo per eludere le guardie e passare nella camera dove si trova il nostro bersaglio principale.
Dishonored è tutto questo: libertà e strategia. Spionaggio e azione.
La lore e le ambientazioni sono davvero ben curate, a discapito di una trama inizialmente molto inflazionata che, nonostante tutto, verso il finale non si piega ai cliché del genere ma regala al videogiocatore un grande colpo di scena.
Per comprendere, però, tutto il suo valore, Dishonored va giocato almeno due volte: una per conoscerlo, la seconda per riscoprirlo e finirlo seguendo un approccio diverso. Difatti, la campagna di Dishonored (e così il suo precursore) dura soltanto 10 ore. Questo poiché permette una doppia ma veloce run e duplicare la longevità del gioco.
Sono davvero entusiasta di aver riscoperto questo piccolo gioiellino a distanza di molti anni, soprattutto grazie all’edizione definitiva per PS4 che contiene anche i tre DLC usciti (che vanno ad ampliare la storia), di davvero pregevole fattura.
Vi invito quindi a recuperarlo e scoprire subito questa bellissima saga dei bravi ragazzi di Arkane Studio prima che finisca questa attuale generazione di console.
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