Sono stati resi noti, questa mattina, i risultati dell’autopsia eseguita sul corpo di Emanuele Renzi, il giovane originario di Cave in provincia di Roma, deceduto presso il policlinico di Tor Vergata lo scorso 22 Marzo. Emanuele era sano e non aveva patologie pregresse. La sua morte è decisamente tra quelle inattese. Inefficace, per il 34enne, anche il farmaco contro l’artrite (Tocilizumab), sperimentato per la prima volta a Napoli.
Autopsia – “Emanuele era sano e non aveva patologie pregresse”
“In letteratura sono già presenti casi in cui l’autopsia non ha evidenziato la presenza di morbosità pregresse. Parliamo quindi della morte di un giovane sano venuto a mancare nonostante siano stati applicati tutti i trattamenti a disposizione. È una nostra sconfitta, dovuta alle armi che abbiamo ora. Aiutano, ma non sono sicuramente vincenti e questo caso ne è la dimostrazione. La ricerca ci deve dare qualcosa in più”
Sono queste le parole amare rilasciate dal Dott. Stefano Andreoni, virologo presso l’ospedale Tor Vergata, commentando i risultati dell’autopsia effettuata allo Spallanzani e trasmessi nella giornata di ieri ai medici del policlinico sito nella periferia di Roma.
Emanuele era un ragazzo solare, sempre sorridente
Uno sportivo in perfetta salute generale, nonostante le prime informazioni cliniche ne certificassero una leggera obesità. Nel pieno della sua gioventù il giovane papà romano, stando a quanto riportato dagli amici, è rimasto cosciente fino all’ultimo sabato pomeriggio in cui, poche ore prima della sua morte, scriveva loro in chat.
Emanuele era rientrato in Italia da pochi giorni, dopo un viaggio con gli amici a Barcellona nella quale si erano recati per un addio al celibato dal 6 all’8 marzo, quando nella giornata dell’ 11 Marzo ha iniziato ad accusare i primi sintomi della malattia rimanendo così in isolamento domiciliare. Il 16 Marzo, però, la situazione è precipitata ed Emanuele è stato trasportato al pronto soccorso di Tor Vergata finendo direttamente in terapia intensiva. Nella notte tra sabato 21 e domenica 22 Marzo, il collasso. Per Emanuele Renzi non c’è stato nulla da fare.
Quello che nessuno di loro avrebbe potuto immaginare è che quell’addio sarebbe stato per Emanuele molto più di un semplice saluto alla libertà prematrimoniale di un caro amico: un vero e proprio saluto alla vita.
Emanuele lascia una moglie ed una bambina di 7 anni con le quali, ci fanno sapere i sanitari che lo hanno assistito, si è tenuto in contatto tramite video chiamate fino al suo ultimo giorno di vita. Il 34enne romano, lo ricordiamo, è ad oggi una delle vittime più giovani d’Italia.