Nell’anniversario della morte di Rita Hayworth, è impossibile non fermarsi a riflettere sulla travagliata storia di una delle dive più belle e seducenti che Hollywood abbia mai conosciuto. Il suo soprannome, “l’atomica”, incarna perfettamente l’essenza tutta latina dell’attrice che, nonostante il successo planetario, ha vissuto un’esistenza dolorosa e piena di storie d’amore finite in tragedia.

Essere Rita Hayworth

Già l’infanzia della Hayworth è tutt’altro che facile: difatti, appena dodicenne, viene costretta dal padre, ballerino di flamenco, a seguirlo in tournée. Notata in uno degli spettacoli da un talent-scout di Hollywood, l’impatto con il mondo del cinema è doloroso, nel vero senso della parola. L’attrice, di origine latine, è costretta a subire molteplici interventi di chirurgia estetica per alzare l’attaccatura dei capelli. Le modifiche estetiche unite alle sue capacità interpretative e di ballerina la proiettano ben presto nell’olimpo delle star più amate del cinema.

Rita Hayworth, Gilda - immagine web
Rita Hayworth in Gilda, 1946 – Photo Credits: web

Indimenticabile Gilda

I successi della Hayworth sono stati molteplici, ma il film che più di ogni altra l’ha consacrata come diva è sicuramente Gilda, noir del 1946 diretto da Charles Vidor in cui la Hayworth recita in coppia con Glenn Ford.

Il film, caposaldo del suo genere, possiede una cornice narrativa complessa, all’interno di cui avviene la guerra d’amore tra Jonny e Gilda. Con questo personaggio la Hayworth si consacra diva di Hollywood e dà una lezione sulla maniera magistrale di interpretare una femme fatale. Gilda è lunatica, capricciosa, sensuale e disinvolta, sfiora la follia pur di arrivare a infliggere dolore a Jonny che, dal canto suo, riserva alla donna lo stesso trattamento. Il fascino della Hayworth diventa il centro della pellicola, elevato alla sua massima potenza grazie a perfomance indimenticabili come Amado mio e, soprattutto, Put the blame on mame.

Rita Hayworth in Put the blame on mame, da Gilda, 1946

Cinque matrimoni sbagliati

Se la carriera della Hayworth è costellata di successi, non è possibile dire lo stesso della sua vita privata. L’attrice infatti si sposa ben cinque volte, finendo ogni volta per divorziare. Il primo matrimonio, contratto con un agente vent’anni più anziano di lei, termina bruscamente dopo cinque anni. Il secondo, con il regista Orson Welles, culmina con un altrettanto drastico divorzio mentre è ancora in produzione l’unico film a cui entrambi collaborano.

Durante una vacanza in Francia si rivela decisivo l’intervento di una giornalista del gossip, Elsa Maxwell, che presenta all’attrice Aly Khan, figlio del sultano Mahommed Shah, capo dei musulmani sciiti. La coppia si sposa a Cannes nel 1949, nonostante le pratiche del divorzio di lui siano ancora in corso.

Le nozze sono deplorate pubblicamento persino da Papa Pio XII in persona, che scomunica ufficialmente l’attrice, rea di aver sposato il figlio di uno dei capi spiriturali dell’Islam. Questo evento darà luogo a una vera e propria persecuzione nei confronti della Hayworth, che abbandona temporaneamente il cinema andando a vivere in India.

Rita Hayworth e Ali Khan - immagine web
Rita Hayworth e Ali Khan – Photo Credits: web

Nonostante i sacrifici dell’attrice per far funzionare il matrimonio, nel 1953 la Hayworth e Aly Khan divorziano. Gli ultimi due matrimoni, con il cantante Dick Haymes e il produttore James Hill si rivelano entrambi fallimentari. Rita Hayworth stessa fa trasparire dalle sue dichiarazioni di aver cercato negli ultimi due mariti un modo per sconfiggere la sua più grande paura, la solitudine.

Sul finire degli anni Sessanta, l’attrice sviluppa i primi sintomi del morbo di Alzheimer. Essendo una malattia ancora poco conosciuta, la diagnosi effettiva sarà fatta solo nel 1980. Rita Hayworth morirà assistita dalla sola figlia Yasmin, avuta con Aly Khan. La nostra Gilda, la donna più amata dagli uomini del mondo intero, termina la sua dolce e triste esistenza senza nessuno di loro a tenerle la mano.

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