Nella seduta di oggi dell’ONU i temi affrontati sono stati moltissimi ma uno più di tutti: il clima. Alcuni paesi tra cui Irlanda e Niger stanno portando avanti un’interessante teoria che legherebbe i conflitti militari e il cambiamento climatico. I due paesi hanno quindi presentato una bozza di risoluzione. La Russia ha però posto il veto: non c’è alcun legame tra i due fatti.

Cambiamento climatico e guerre: esiste davvero un legame?

Non vi sono dubbi che la questione climatica diventi giorno dopo giorno un argomento di sempre maggiore diffusione. Inquinamento, ecologia, sostenibilità: sono parole che sentiamo ogni singolo giorno alla tv o alla radio. In effetti la questione ci sta davvero sfuggendo di mano: abbiamo davanti a noi una natura che, stanca di tutto quello che l’uomo le ha fatto patire per secoli, si ribella, urla di essere lasciata in pace e minacce tutti noi di farla finita per davvero. Ma ancora una volta il grido di Madre Terra non è stato minimamente ascoltato o preso in considerazione.

Il tema del clima è certamente centrale non solo nella discussione pubblica ma anche negli ambiti in cui possono essere prese delle decisioni che possano effettivamente apportare qualche cambiamento, primo tra tutti l’ONU. L’Organizzazione delle Nazioni Unite si riunisce periodicamente per poter intervenire in questioni globali che riguardano tutti i 193 stati che ne fanno parte.

Nella seduta odierna Irlanda e Niger hanno presentato un documento che mette in luce la possibile relazione esistente tra cambiamento climatico e qualsiasi tipologia di azione militare portata avanti da parte dei Paesi di tutto il mondo. È stata quindi valutata la bozza della risoluzione. Il documento invita Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, a “integrare i rischi per la sicurezza legati al clima come elemento centrale nelle strategie complessive di prevenzione dei conflitti delle Nazioni Unite“.

Pare però che non tutti gli stati sentano così forte la necessità di intervenire quella questione. 12 paesi su 15 hanno sostenuto la bozza: la Russia ha posto il veto, la Cina si è astenuta e l’India si è schierata contro affermando che riscaldamento globale non sia legato a un problema di sicurezza internazionale ma di sviluppo economico.

Cristina Caputo

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