8 febbraio, la fine degli scambi è vicina e per Koby Altman, General Manager dei Cavaliers, è “now or never”, come dicono in america, e decide così di compiere una rivoluzione.
Quasi 500 anni fa la rivoluzione copernicana ha cambiato il punto di vista affermando che non era il sole a girare intorno alla terra ma il contrario e, allo stesso modo, rendendo meno “protagonisti” i grandi nomi che aveva a disposizione nel suo roster, Altman ha cambiato radicalmente linea riguardo alla sua franchigia, scambiando e ottenendo una realtà più funzionale per il futuro dei Cleveland Cavaliers, la sua “terra”.
La prima mossa del GM lascia tutti di stucco in quanto rinuncia ad un giocatore come Thomas (oltre 29 punti a partita la scorsa stagione, ndr), spedendolo a Los Angeles, sponda Lakers, insieme a Frye e alla prima scelta dei Cavs del prossimo anno, in cambio di due giovani comprimari come Clarkson e Nance Jr. Poi non si ferma e imbastisce uno scambio a tre che vede Hood e Hill accasarsi a Cleveland, Crowder e Rose (Poi tagliato dai Jazz, ndr) prendere la strada verso Salt Lake City e Shumpert e Johnson (Anche lui tagliato, ndr), insieme alla seconda scelta di Miami nel 2020 arrivare in casa Kings. Ma le mosse non finiscono qui e con un accordo a sorpresa dell’ultimo minuto Wade torna a Miami per una seconda scelta “fortemente protetta” del 2024, completando così la rivoluzione per la squadra di LeBron.
Proprio il Re è stato al centro dei ragionamenti di Altman (Che ha anche ammesso di averlo consultato riguardo agli scambi) e di Dan Gilbert, proprietario della franchigia, poiché ha l’opzione per uscire dal contratto in estate e aleggiano sempre più rumors suggerenti un un secondo addio di LBJ all’Ohio. Questa separazione sarebbe dettata dal pessimo rapporto con Gilbert e dalla non competitività della squadra negli ultimi tempi, perciò i Cavs con questi scambi si sono tutelati per il futuro prossimo e non e hanno cercato di dare un nuovo sprint alla loro finora altalenante stagione grazie ad una “linea verde” poco esplorata negli ultimi anni in quel di Cleveland. In caso di addio del Prescelto nella prossima estate (Molti lo danno interessato a cambiare Conference e o ad accasarsi, magari con un’altra stella, ai Lakers oppure a raggiungere il suo amico Paul a Houston, formando così con Harden il trio potenzialmente più forte della Lega, ndr) i campioni del 2016 si sono “coperti” in quanto hanno tenuto la scelta dei Nets del 2018 (Arrivata da Boston nella trade che in estate ha spedito Kyrie Irving alla corte di Brad Stevens, ndr) e hanno acquisito dei contratti a medio-lungo termine, evitando il pericolo di perdere sia LeBron che Thomas in una sola offseason.
L’esordio dei “nuovi” Cavs è stato ottimo (Vittoria 121 – 99 contro i Celtics, ndr) ma è solo una partita e soltanto il tempo ci dirà se la dirigenza di Cleveland ha avuto o meno ragione, ma sta di fatto che questi ragazzi giovani sono più funzionali al ritmo alto al quale sono soliti giocare LeBron e compagni e sono più duttili in difesa, la parte totalmente da ricostruire per coach Lue che però potrà contare su tanta voglia di fare e sulla giovane età che andranno a sopperire alla mancata esperienza che potrebbe essere un fattore in negativo in questo finale di stagione, soprattutto nei momenti decisivi dei Playoff. Nonostante ciò il clima nell’Ohio è sicuramente più disteso e l’ambiente sta tornando ad essere ottimista, con le Finals come obiettivo minimo e, anche se il gap con Golden State e Houston è ancora parecchio, la crescita di questo nuovo gruppo potrà sorprendere tanti addetti ai lavori e, se così non sarà e se James andrà via in estate, i Cavaliers, grazie a questa rivoluzione, hanno un solido gruppo da cui ripartire.
Marco Azolini