Brutta gaffe per Roberto Saviano, che ha condiviso un tweet, poi cancellato, di appoggio alle manifestazioni antigovernative a Cuba. Il post conteneva la foto di una donna intenta a protestare sventolando la bandiera cubana, elevata da Saviano come simbolo del malcontento popolare a Cuba. Peccato che, poco tempo dopo, la donna stessa abbia rivelato il suo appoggio al regime.
Il tweet di Roberto Saviano
Cuba finalmente insorge contro la dittatura del partito comunista cubano e contro l’embargo. Cuba merita democrazia e la conquisterà.
Con queste parole Saviano ha esordito in un tweet, cercando di esprimere il suo supporto alle proteste in atto a Cuba, ha anche corredato il post di una foto, già messa in rete dall’ONU, ritraente una donna che sventola la bandiera cubana.
Tutto nella norma giusto? No, perché la donna in questione è una tale Betty Pairol Quesada, cittadina cubana tutt’altro che avversa al governo.
La donna, la cui immagine era già stata utilizzata dall’ONU come simbolo delle manifestazioni all’Avana, ha espresso in un tweet la sua indignazione per l’appropriazione del suo volto.
Denuncio energicamente l’uso e la manipolazione della mia immagine come simbolo delle proteste dei delinquenti e dei vandali a Cuba. Siamo continuità, viva la Rivoluzione.
La donna ha dichiarato che al momento dello scatto era intenta a manifestare in favore del governo e contro l’embargo statunitense.
Sia Roberto Saviano che l’ONU sono quindi incappati in una cocente figuraccia, appropriandosi dell’immagine di una donna ed elevandola a simbolo di un movimento avverso ai suoi ideali.
A seguito di questa vicenda si apre un interrogativo sull’affidabilità delle immagini provenienti da Cuba e veicolate dai media occidentali.
Le coperture del regime dell’Avana e le interpretazioni occidentali continueranno a tenerci lontani dalla verità. L’unica certezza è che la divisione interna alla popolazione debba essere altissima, tra anti-comunisti e pro-regime, e che le proteste sono destinate a durare.
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Franco Ferrari