Il calcio femminile in Italia è in costante crescita da diverse stagioni. A luglio è arrivata la consacrazione del professionismo, la punta di un iceberg di un movimento che nel tempo si è sviluppato e appunto continua a farlo. Se si ricerca però un esempio tra coloro che hanno voluto dare un forte segnale e accompagnare questa progressione non si può non fare l’esempio della Roma. Le giallorosse quest’anno stanno partecipando per la prima volta alla Champions League e qualche giorno fa hanno alzato al cielo la Supercoppa italiana. Ecco dunque perché la Roma Femminile può essere vista come un modello da imitare, seppure per tanti aspetti il cammino deve continuare ad avanzare e non fermarsi qui.

Roma Femminile simbolo di un movimento in crescita

Crediti foto – AS Roma Femminile Twitter

Se si volesse attuare un approccio meramente riduzionistico si potrebbe dire che la Roma sia il simbolo del percorso di crescita che il calcio femminile sta portando avanti. Ampliando il discorso, si può vedere come non sia sicuramente l’unico, ma rappresenta un interessante ‘caso di scuola’ di investimento e programmazione. La storia parte dal 2018 ed è per certi versi comune a quella di Juventus e Milan: la società capitolina, vedendo il processo di crescita del calcio femminile ha deciso di investirci. Nel farlo ha rilevato il titolo della Res Roma, squadra attiva dal 2004 che nel 2013 approdò in Serie A, senza più lasciarla.

All’epoca a capo della società capitolina c’era ancora James Pallotta e già da anni aveva cominciato un processo di avvicinamento al calcio femminile. A testimonianza di questo vi era stato il coinvolgimento all’interno dell’amministrazione fin dal 2014 di Mia Hamm, ex attaccante statunitense, e alla fine l’accordo per rilevare il titolo fu ufficializzato il 15 giugno del 2018. Da quel momento in poi si è investito tanto nel settore, anche se le cifre restano ben lontane da quelle riservate ai colleghi. Si parla di circa 6 milioni di euro dall’epoca ad oggi, con un coinvolgimento dunque anche della nuova proprietà. Già perché il settore femminile è stato forse l’unico punto in comune tra l’era Pallotta e l’attuale era Friedkin.

Una scelta che ha ripagato sul campo

L’interesse e gli investimenti hanno sicuramente agevolato il processo di crescita di una società che seppur giovane è stata in grado di alzare due coppe nazionali, la Coppa Italia nel 2020 e la Supercoppa qualche giorno fa ai danni della Juventus. A questo va aggiunto un coinvolgimento stabile nelle posizioni più alte della graduatoria nell’ordine con due quarti posti, un quinto e il secondo dello scorso anno. Secondo gradino del podio che ha poi garantito la prima storica partecipazione alla Champions League. La Roma Femminile è riuscita a ritagliarsi uno spazio nella fase a gironi e attualmente si trova al secondo posto del suo gruppo B dopo le prime due giornate con due successi.

La crescita di un brand poi inevitabilmente attrae anche le giocatrici e di conseguenza la stessa rosa si è rinforzata. Lo dimostra ampiamente la stagione in corso che vede le giallorosse al comando della classifica con 21 punti in 8 partite giocate. Troppo facile dire che la squadra di Spugna stia sfruttando il calo della Juventus. In questo caso è proprio la programmazione portata avanti inesorabilmente nel corso degli anni che sta dando i suoi frutti. Poi certo, la stagione è lunga e come andrà a finire è sicuramente ancora tutto da scrivere.

L’investimento sulla Roma Femminile non deve fermarsi qui

D’altro canto bisogna tenere in forte considerazione anche un altro fattore. Gli investimenti di certo non possono fermarsi con il rischio di produrre poi una stagnazione che farebbe del male alla società e al movimento stesso. Si potrebbe partire ad esempio dall’avere un campo regolare per poter disputare le gare di Champions League, senza doversi recare a Latina. L’impianto comunale del Tre Fontane, dove di solito gioca la Roma Femminile, non rispecchia i parametri UEFA. Di conseguenza la squadra giocherà le partite interne al Francioni di Latina finché non si troverà una soluzione.

Il campo del Tre Fontane è di proprietà mista tra il comune e l’Eur SPA, come riporta Giallorossi.net, e pertanto serve un nullaosta da parte di entrambe le fazioni. Insomma, un piccolo passo falso a cui si dovrà porre rimedio e su cui probabilmente la società sta già lavorando almeno in vista delle prossime stagioni. Ciò nulla toglie al percorso di crescita di cui si è parlato, ma sicuramente si tratta di un aspetto da integrare. Intanto, giustamente, la Roma Femminile si gode i suoi successi con l’obiettivo di puntare sempre più in alto e continuare ad essere un modello pionieristico.

Maria Laura Scifo

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