Secondo il quotidiano la Repubblica la sindaca Raggi vorrebbe imbavagliare la stampa. Come? Attraverso due articoli del regolamento sulla trasparenza amministrativa. Il Campidoglio, attraverso l’assessore l’assessore a Roma Semplice Marzano replica: “Fake news”. Per il quotidiano, inoltre, sarebbe pronto il sesto cambio in giunta, alle Partecipate.
Flavia Marzano, assessore della giunta Raggi a Roma Semplice fonte webLa fonte è il quotidiano la Repubblica e la notizia riguarda la sindaca Raggi, la sua giunta e la trasparenza. Stando a quanto pubblicato dalla testata, a firma di Laura Mari, l’attuale giunta vorrebbe limitare l’accesso agli atti del Comune da parte dei media. Motivo: “evitare danni d’immagine”.
A questo scopo, scrive ancora la Repubblica, sarebbe pronta una apposita modifica al regolamento sulla trasparenza amministrativa. Introducendo due nuovi articoli, il 39 e il 40, che “limitano la possibilità di accedere agli atti comunali da parte di giornalisti, consiglieri, assessori e presidenti dei quindici municipi di Roma”. L’assemblea capitolina potrebbe approvarlo nei prossimi giorni.
Pronta la risposta della giunta Raggi: Flavia Marzano, assessore a Roma Semplice bolla il tutto come fake news e parla di “capovolgimento della realtà” da parte del quotidiano.
Secondo Marzano invece la proposta introdurrebbe per la prima volta nella storia di Roma Capitale “il diritto degli amministratori capitolini e municipali ad avere accesso diretto al sistema informatico di gestione documentale del Comune”. Senza più passare per l’intermediazione degli uffici.
Due visioni opposte. Inevitabile il battibecco. Vediamo le due versioni a confronto.
Stampa imbavagliata dalla giunta Raggi: la versione di Repubblica
Repubblica parla di bavaglio e cita il testo che dovrebbe essere approvato a breve. Uno dei due articoli “incriminati” sarebbe il 39, che riguarda appunto i rapporti con i media e si social network. Vengono stabiliti e messi nero su bianco i criteri da seguire per i dirigenti che si occupano dell’accesso agli atti.
La sindaca Virginia Raggi in tv credits: il MessaggeroSi parla di rilievo pubblico, potenziale uso strumentale e danno all’immagine che le risposte dell’amministrazione possono generare attraverso la loro pubblicazione su social network, blog, piattaforme web per la difesa del diritto dell’informazione.
In pratica i dirigenti dovranno valutare di volta in volta quali informazioni e quali atti abbiano davvero rilievo pubblico. Ed evitare il loro uso strumentale in rete. Una specie di potere predittivo che, per evitare strumentalizzazioni, finisce per decidere cosa i media e i giornalisti debbano sapere oppure no. L’articolo 40 riguarderebbe la limitazione, per motivi analoghi, dell’accesso agli atti da parte degli amministratori municipali.
Se così fosse non ci sono mezze misure: si parla di bavaglio. L’accesso facilitato a determinati dati per i giornalisti è nato proprio per il ruolo che ricoprono. Fare la guardia al potere. Informare i cittadini. Senza questo ruolo nessuna società può dirsi democratica e civile.
La versione di Flavia: niente bavaglio, è una fake news
La versione della giunta Raggi è nettamente opposta. Le parole utilizzate dall’assessore Marzano sono “fake news” e “capovolgimento della realtà”. Per l’assessore a Roma Semplice Repubblica sbaglia a parlare di bavaglio all’informazione.
“L’articolo di Repubblica cita in modo parziale e strumentale una disposizione inserita all’interno della proposta del nuovo regolamento e che riguarda rapporto tra diritto di accesso generalizzato (c.d. FOIA) e organi di stampa e/o social media. È una disposizione che rappresenta la trasposizione pressoché integrale di quanto riportato nella recente circolare della Funzione Pubblica a firma della Ministra Madia e la cui finalità è esattamente opposta a quella riferita: responsabilizzare il personale capitolino rispetto alle richieste di accesso che provengano da organi di stampa”.
Marzano cita poi la parte che Repubblica avrebbe omesso, ovvero: “l’Amministrazione tiene conto della particolare rilevanza delle istanze provenienti da organi di stampa o da organizzazioni non governative, verificando con la massima cura la veridicità e l’attualità dei dati e dei documenti rilasciati, onde evitare che il dibattito pubblico si fondi su informazioni non affidabili o non aggiornate”.
Giunta Raggi: pronto il sesto cambio
Repubblica oggi scrive ancora della giunta Raggi a proposito di Massimo Colomban, l’assessore alle Partecipate. Sarebbe lui il nome dato in uscita entro la fine di settembre. A sostituirlo sarà Alessandro Gennaro, già nel suo staff. Negli ultimi giorni, il suo nome è ripreso a circolare con insistenza nelle riunioni interne dei consiglieri. Per il sesto cambio sarebbe tutto pronto: mancherebbe solo l’investitura ufficiale.
Questo cambio però non sarebbe traumatico come quelli che lo hanno preceduto. Gennaro, commercialista, revisore legale, docente a contratto di Finanza aziendale alla Sapienza, fa parte dello staff di Colomban dal 21 ottobre 2016 e avrebbe la sua benedizione. Era già dato a un passo dalla nomina ad assessore lo scorso settembre, Ora, sarebbe arrivato il suo momento.
Federica Macchia