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Roma Pride, “Queeresistenza, un grido di resistenza”, un numero record contro la Meloni

«Siamo più di un milione. Un record. Da qui parte la resistenza al governo e a questa destra che ha ritirato il patrocinio e specula su di noi. Il presidente della regione Lazio Rocca ha alimentato l’omofobia istituzionale chiedendomi di presentargli delle scuse. Si deve vergognare», dice Mario Colamarino, presidente del circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride.

La manifestazione per i diritti diventa ogni anno più grande ed è stato scelto uno slogan più “aggressivo” del solito, forse per connotare la distanza politica dal governo presieduto da Giorgia Meloni. “Queeresistenza, un grido di resistenza, un grido di esistenza”, è la frase scelta dagli organizzatori. 

Ma cosa significa? Di che resistenza si parla? Lo ha spiegato a modo suo Mario Colamarino: “È l’insieme di due anime della nostra comunità in questo momento: da un lato la resistenza verso questo esecutivo, e anche il governatore del Lazio Rocca che ci chiede di fare le scuse, dall’altro lato ‘esistere’: noi come comunità con la nostra identità, i nostri orientamenti, il nostro modo di essere che vivono sempre. Il clima di odio e di omofobia ci fa paura, dobbiamo resistere ed esistere”. 

Per questa edizione è il sindaco Roberto Gualtieri a occupare la scena, a rassicurare la galassia Lgbt che lui c’è. E ci sarà sempre. Contro il governo oscurantista e autoritario di Giorgia Meloni, è il sottotitolo. Un impegno che il primo cittadino della Capitale del degrado aveva già sottolineato alla vigilia del Roma Pride con la disobbedienza civile nella trascrizione di due famiglie arcobaleno. “Oggi e sempre resistenza” è il coro che si solleva in mezzo ai carri colorati e ai cartelli contro Meloni quando il corteo arriva all’altezza di Santa Maria Maggiore. Dopo qualche minuto di silenzio si parte con Bella ciao. Cantano un po’ tutti, anche i giornalisti intenti a fotografare la testa del corteo con lo striscione QueeResistenza. Canta anche Gualtieri (che in passato si è esibito chitarra in mano sulle note della canzone). Tra i cartelli spicca quello che trasuda tolleranza e inclusione con tanto di rima baciata: “Roccella e Meloni fuori dai coglioni”.

La segretaria Schlein ha parlato di “una straordinaria risposta di partecipazione che credo sia anche dovuta alla scelta ingiusta della Regione Lazio di togliere il patrocinio”. “L’Italia è ancora un Paese purtroppo troppo arretrato per i diritti – ha proseguito – vogliamo portare l’Italia sempre più in Europa. Continueremo a batterci in tutte le sedi istituzionali, e in sedi come queste dove si uniscono le battaglie”.

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