Rapina in centro ieri mattina alla banca Carige di Corso Vittorio Emanuele II, a due passi da Palazzo Madama e da piazza di Torre Argentina
Sono circa le 8 del mattino quando il direttore della Banca Carige di Corso Vittorio Emanuele II si appresta ad aprire la banca, ignaro della minaccia che incombe. Non può infatti prevedere che di lì a poco tutto assomiglierà più a un film americano che ad una normale giornata lavorativa. Mentre armeggia con i sistemi di sicurezza un uomo lo coglie di sorpresa e gli punta una pistola alla testa. Preso dal panico decide di non opporre resistenza.
Sotto la minaccia del rapinatore e dei suoi compagni (il numero non è ancora precisabile) il direttore entra in banca e mostra i locali ai suoi aguzzini. Spera che la questione sia risolvibile in poco tempo. Ma il piano dei rapinatori è più ingegnoso del previsto. Il direttore infatti viene chiuso nel caveau e nel corso delle due ore successive altre persone gli vengono a fare compagnia. Sono i dipendenti che, non appena mettono piede nella banca, vengono sorpresi e portati dentro al caveau.
Il piano dei rapinatori
L’obiettivo di questi sequestri è aspettare una dipendente in particolare. Servono le sue chiavi oltre a quelle del direttore per aprire la cassaforte. L’attesa si fa sentire ma i rapinatori con sangue freddo mantengono il controllo della situazione e continuano a sequestrare le persone che entrano in banca. Quando la dipendente tanto attesa arriva, all’incirca alle 10 30, subisce anche lei lo stesso trattamento.
Viene rinchiusa nel caveau mentre i ladri finalmente riescono ad aprire la cassaforte. Il bottino in proporzione al rischio corso è magro: 20mila euro. Ma non hanno più molto tempo da perdere: raccolto in fretta e furia il denaro in un borsone i rapinatori sono corsi fuori nelle strade del centro.
L’arrivo della polizia e le prime testimonianze
Una delle dipendenti appena passato il pericolo ha telefonato al 112 richiedendo l’intervento immediato delle forze dell’ordine. Gli agenti accorsi sul posto dopo essersi sincerati che le vittime stessero tutte bene hanno ottenuto informazioni sui rapinatori. La notizia è che tutti gli ostaggi sono stati trattati con i guanti. Una donna ha raccontato che hanno anche cercato di tranquillizzarli nel corso della lunga attesa.
L’identikit tuttavia è scarno: avevano tutti il volto incappucciato e abiti scuri. Probabile che dopo la rapina siano saliti su un bus per confondersi in mezzo alla folla. Purtroppo ritrovarli non sarà un compito facile per le forze dell’ordine.