Come ben sapete, quest’anno noi di Infonerd eravamo a zonzo per il Romics, e mentre la cara Eleonora si occupava di foto, interviste e mostre (santa donna! NdA) che potete trovare QUI, io guardavo il Contest Cosplay…o meglio il suo ricordo.
Ahimè, questo è un piccolo articolo amaro di una cosplayer ultra trentenne disillusa, un ragionamento sul mondo cosplay italiano e il suo declino nelle gare.
Mancavo da questa fiera, quindi nell’assistere alla sua gara, dal lontano 2013, da quella famosa edizione autunnale dove la TV, Mediaset per l’esattezza, decise di prendere possesso del contest, trasformandolo in una specie di Italia’s Got Talent Nerd. All’epoca partecipai, insieme a una cara amica interpretammo Yuu e Creamy e ci portammo a casa il Premio Creamy Mami (il mio momento notorietà! NdA).
Dal 2014 ad oggi, sia nell’edizione autunnale che in quella primaverile, c’è stato un qualcosa che ha sconvolto però il contest dalle fondamenta trasformandolo in…non so cosa con esattezza. Ovviamente il calo c’è stato in molte altre gare italiane, quindi il problema non è legato al Romics in sé, ma all’ambiente cosplay e alla nuova concezione di quest’hobby.
Ma parliamo del Romis Cosplay Award 2019, prima di perderci in ragionamenti e ipotesi tristi sul cambiamento subito.
Domenica 7 Aprile, alle ore 17:00 (e qualcosa) nel padiglione 8 dedicato ai “Grandi Eventi e Proiezioni“, si è svolta la consueta Gara Cosplay che vede ragazzi e ragazze di tutte l’età, vestiti dai loro eroi preferiti, sfidarsi a colpi di aghi, parrucche e vari materiali.
Quest’anno erano solo 13 le salite sul palco, un numero molto esiguo rispetto gli anni passati in cui era necessaria persino una preselezione per sfoltire i partecipanti. Tra questi c’erano anche minorenni accompagnati dalle mamme; cioè davvero alcune cosplayers hanno partecipato alla gara con la mamma al proprio fianco. Questo deve solo far piacere, perché significa che, nonostante quest’hobby stia cambiando, ci sono ancora giovani che vogliono mettersi alla prova mostrando a tutti il loro estro creativo. In più, fa sempre piacere vedere genitori che supportano le passioni dei propri figli, incoraggiandoli a dare il massimo anche in gare con premi comunque importanti come quelli del Romics.
A giudicare il contest, ben 3 cosplayers note non soltanto nel territorio nazionale: Nadia Baiardi, in arte NadiaSk, Fiore di Luna e Veronica Neri a.k.a Veronica Cosplay. I premi, già sopracitati, consistevano in: la selezione in coppia per rappresentare l’Italia al Clara Cow ‘s Cosplay Cup 2019 dell’Animecon in Olanda e un biglietto aereo A/R per il Giappone destinato a un partecipante singolo.
Di seguito vi lascio l’elenco dei vincitori e la photogallery presa direttamente dalla pagine ufficiale del Romics:
– Premio miglior costume maschile: Emanuele Bolognari – Mr. Freeze tratto da Batman
– Premio miglior costume femminile: Rachele Gorghetto – Miss Fortune skin Capitana tratto da League of Legends
– Premio miglior gruppo anime o manga: Emilia Sperati, Riccardo Sperati e Matteo Sansone – Aiolos e Virgo Shaka tratto da Saint Seiya
– Premio miglior gruppo videogames: Gianfranco Franchi e Aurora Fatano – Sub-Zero Frost tratto da Mortal Kombat
– Premio miglior gruppo cinema d’animazione e fantasy: Sonia Moriccioni, Erica Moriccioni e Loredana Favola – Te-Ka, Te-Feti e Vaiana tratto da Oceania
– Premio miglior interpretazione: Valerio Tosatti, Sara Borsi, Alessandro Petullà e Patrick Alessandroni – Micheal Jackson tratto dal World Tour 1997
– Il miglior cosplay singolo vincitore del viaggio in Giappone: Elisa Passacantilli – Nuka Girl tratto da Fallout 4
– Rappresentante Italia alla gara C4 Clara Cow’s Cosplay Cup 2019: Leslie Isabel Patriarchi (Luce Cosplay) e Stefano Dicati – Alucard Dracula tratto da Symphony of Night
Ora le noti dolenti: cosa è successo alla gara cosplay del Romics? O meglio, cosa è successo alle gare Cosplay d’Italia (visto che nel weekend passato anche il contest del Torino Comics ha subito una dura mazzata sotto questo punto di vista)?
Interessante è stato un posto di un caro amico su Facebook in cui nei commenti è nata una discussione su come mai una gara così importante come quella del Romics, con premi per giunta “internazionali”, si sia ridotta a non avere quasi nessuno sul proprio palco. A parte le solite lamentale su “L’ambiente è marcio!” – “C’è ‘la mafia del cosplay’ sotto!” – “Vincono sempre gli stessi!“, alcuni si sono soffermati su come sia cambiato di base questa passione.
Personalmente anch’io penso che il vero mutamento stia proprio nella nuova concezione del cosplay, ovvero: indossare i panni del proprio personaggio preferito (o di moda) solo per fare foto…foto…foto da postare sui social e prendere più likes possibili. Già il fatto che sono nati eventi che si focalizzano solo sulla fotografia, fa capire che ormai il cosplayer e il/la modello/a camminano nella stessa direzione (o almeno, ci provano inutilmente…Nda). Anche al Romics c’è una zona dov’è possibile solo farsi fotografare, i famosi “specchi”, che da sempre sono adibiti come set, ma in sei anni ho notato che l’aera si è allargata, che sono aumentati i fotografi e i cosplayers avventori che vogliono solo un photoshoot…mentre nello spazio “del palco” non c’era nessuno, né sopra e né sotto tra gli spettatori.
Cosa significa questo?!
Certo, il fatto che per anni il livello dei contest italiani abbia toccato vette altissime, da veri prop makers cinematografici, ha un po’ aiutato il calo, perché ovviamente molti cosplayers si sono destabilizzati e spaventati finendo per preferire due scatti in croce che gareggiare per qualcosa di più sostanzioso. E non dite: “Tanto se si gareggia, lo si fa per la GLORIAH1!!11!!“, perché a conti fatti, le foto ossessive su instagram per avere milamiliardi di likes sono postate anch’esse per tale motivo. Quindi non è questione che non si gareggia per poi non avere nulla in mano, se no una coppa di latta, anzi i premi ci sono e sono anche belli…
Semplicemente è più facile fare un cosplay, o comprarlo, per delle foto in cui il lavoro sta nella maggior parte dei casi nel make up (e photoshop), che ammazzarsi fino alla sera prima della gara per partecipare e vincere una nomina o perché no, la coppa che prende polvere, ma almeno certifica che hai fatto un bel lavoro e che il tuo impegno è stato per lo meno apprezzato (e non per amicizia, perché se una persona è brava, è brava…che sia Gesù il figlio di Dio o sia Peppino, Rosalinda, Jessica ecc. figlia di nessuno. NdA).
In conclusione, il mio parere da persona antipatica è che siamo diventati un po’ fraccomodi, vogliamo essere “famosi” subito semplificando un hobby che di base invece è fatica e ingegno, tutto qui. Ripeto, prima di essere incolpata di non so cosa, che questo è il mio piccolo pensiero da cosplayer ultratrentenne che ha partecipato a dei contest e ora più che altro si diverte con gli amici, ma comunque rimango dalla parte di chi ama le gare e tutto ciò che ci gira intorno…persino il marcio, se c’è, perché fa parte del gioco.
Maria Francesca Focarelli Barone (BatMary)