Dal 5 all’8 aprile il Romics ha allietato la capitale con una fiera degna del nome che porta. Da più di 17 anni, il Romics si impegna a portare vitalità, arte e divertimento nella Nuova Fiera di Roma diventando ormai uno dei punti di riferimento nel mondo del fumetto e del videogame, non solo italiano ma internazionale. Come la scorsa edizione la fiera, con la sua XXXIII edizione, è riuscita a portare tra i cinque padiglioni oltre 200.000 visitatori, una cifra davvero oltre ogni aspettative.
Il modo migliore per definire quest’esperienza è sicuramente un’esplosione di colori, sorrisi, storie, costumi, abbracci, ma anche storia, disegno, lavoro e impegno. Abbiamo conosciuto i grandi del fumetto attraverso il loro tratto, la loro maestria, vite e carriere che i nostri occhi sognanti hanno apprezzato e ammirato. Difatti la prima tappa di questo diario di bordo ci porterà proprio in questo mondo.
Ci siamo immediatamente ritrovate a vagare per le splendide mostre allestite nel Palaromics. Non potevamo che iniziare da quella dedicata al maestro Tsukasa Hojo, grande ospite di questa edizione: ad accoglierci tra le sale, dove più di cento immagini celebravano l’incredibile carriera del maestro, un’enorme stampa dedicata alla fiera. Attraverso illustrazioni, tavole tratte dai manga e disegni, abbiamo quindi fatto un salto all’interno delle sue opere più famose, come Occhi di Gatto, City Hunter e Angel Heart, guidati dai colori morbidi e delicati, e dal suo elegante tratto. Un susseguirsi di affascinanti immagini ci ha permesso di dare un piccolo sguardo all’incredibile lavoro di Hojo, che con le sue storie è stato in grado di conquistare intere generazioni in ogni parte del mondo.
Siamo poi passate all’esposizione delle opere di Massimo Rotundo, il grande maestro italiano dalle mille sfaccettature. Cinema, teatro, pittura, fumetto e persino didattica si uniscono nell’arte di un talento poliedrico, in grado di far confluire mondi così diversi all’interno delle proprie illustrazioni, riuscendo ad integrarle perfettamente in ogni situazione. Passando tra i suoi bozzetti originali, disegni ed anche le famose immagini di Tex, abbiamo potuto ammirare quanto i diversi ambienti nei quali Rotundo ha lavorato possano permeare dalle sue illustrazioni, fondendosi tra di loro, e facendoci capire quanto per lui il disegno non sia solo illustrazione, ma debba essere un tutt’uno con il mezzo per il quale si sta esprimendo.
Sempre all’interno del Palaromics abbiamo avuto il piacere di poter vedere le 30 tavole di Werther Dell’Edera, esposte nella mostra dedicata al secondo volume de Il Corvo: Memento Mori, miniserie in quattro volumi scritta da Roberto Recchioni. La suggestiva esposizione, ricca di illustrazioni incredibili, si concentrava su tre elementi: la città di Roma, il nuovo Corvo “David”, e le stupefacenti scene d’azione.
Subito dopo, dirette verso il padiglione successivo, cariche dell’esperienza precedente, nei corridoi e nei prati, una miriade di gente ci investe: vengono da ogni dove e ce n’è per tutti i gusti, ebbene sì, sono i cosplayer. Ognuno di loro, per quel giorno, aveva la fantastica opportunità di essere il proprio beniamino, magari l’eroe di una vita, di un’infanzia, o semplicemente la moda del momento. Al Romics tutto è concesso. Ognuno può divertirsi come vuole e con i propri mezzi, l’importante è partecipare. E sicuramente quel che più colpiva è che in ognuno era possibile vedere tutta la dedizione e il tempo speso per il proprio personaggio, dal cosplayer più minuzioso e più simile all’originale a quello improvvisato. E tutto ciò è sicuramente simbolo di allegria, di leggerezza, come se il mondo reale fosse lontano anni luce. Al Romics è lecito, anzi, doveroso, immergersi nella fantasia.
Nei padiglioni gli espositori facevano da padrone e rubavano tutta la scena. Era il tripudio di fumetti, manga, disegnatori, gadget, peluches, action figures, videogames, stand di scuole per fumetti pronti a soddisfare le curiosità di quei visitatori che, magari timidi, si avvicinavano pieni di domande e di piccoli sogni.
Dal lontano Giappone ai super eroi Marvel americani, ce n’era per tutti i gusti. Nessuno poteva tornare a casa senza il proprio bottino: una maglia, un gadget, un fumetto, una collana.
Quasi per caso ci siamo poi imbattute in uno degli eventi più interessanti ed importanti di tutta questa XXIII edizione: la tavola rotonda dedicata al fantastico progetto “Non Solo Principesse… Donne Che Disegnano Donne”. Al termine di tre giorni all’insegna di esposizioni, incontri, creazioni in tempo reale, tutte dedicate al tema della donna, alla sua forza e femminilità, e al cambiamento della sua immagine nel corso della storia del fumetto e dell’animazione, tre ospiti d’eccezione hanno affrontato il tema in una conferenza illuminante: Arianna Rea (disegnatrice, illustratrice, character design per Disney ed insegnante alla Scuola Romana Dei Fumetti), Leila Leiz (disegnatrice e artista autodidatta francese, illustratrice di Alters) e Lady Be (artista inventrice della tecnica del mosaico contemporaneo).
Prima di assistere alla conferenza però, abbiamo fatto un giro tra le opere che, solo poche ore prima, le tante importantissime artiste radunate per l’occasione avevano creato in una performance live. Osservare come stili e storie così diverse, provenienti da mondi all’apparenza inconciliabili, potessero esprimere la travolgente vitalità della donna attraverso infinite sfumature, ci ha lasciate per un momento senza fiato.
Durate la tavola rotonda, moderata da Betta Cianchini, si è parlato di violenza sulle donne, anche in relazione ad una delle opere più famose di Lady Be: le rappresentazioni di Barbie dal volto tumefatto. Sempre create con la tecnica del mosaico contemporaneo, fatto di pezzi riciclati di ogni tipo, ha voluto denunciare la tragedia della violenza sulle donne sfregiando quel volto simbolo di perfezione, nelle quali la maggior parte delle donne si identifica da generazioni. Secondo l’autrice, attraverso l’arte e le immagini questo messaggio può arrivare universalmente.
Si è parlato anche di ironia, femminilità, educazione al sentimento e di come la donna sia cambiata all’interno dell’animazione e del fumetto da pochi anni a questa parte. Le parole di Arianna Rea, che come character design della Disney disegna spesso principesse, ci hanno fatto capire che la forza della donna, in questo tipo di arte come nella vita reale, non sta nella forza fisica e nell’assumere comportamenti maschili, come erroneamente si tende a pensare, ma nel vincere le proprie battaglie mantenendo la femminilità e la sensibilità che le contraddistingue. Essere forte, per una donna, significa anche avere il coraggio di affrontare i propri sentimenti e magari accogliere un amore romantico. D’altra parte, è ciò che tutte le principesse, da Ariel in poi, con la loro ironia ed intelligenza cercano di insegnarci da anni.
Grazie a Leila Leiz, abbiamo potuto anche affrontare il tema dell’arte come cura. Parlando della sua ultima opera, Alters, le illustrazioni della storia del supereroe transgender che l’hanno introdotta nel mondo dei comics americani, ci ha spiegato quanto sia meraviglioso che attraverso l’arte, attraverso le storie che i fumetti raccontano, si possa trovare la via per superare anche le insormontabili difficoltà che la vita ci riserva.
Dopo un’ora di parole importanti, alleggerite ed impregnate di uno smisurato amore per il mondo delle arti figurative, noi ne siamo sicuramente uscite arricchite.
Ma grandissimo appuntamento del Romics e, che in questa XXII edizione possiamo dire si sia davvero superata, è stato il Romics D’Oro. Ogni anno la fiera istituisce questo riconoscimento per premiare le eccellenze del fumetto italiano e internazionale. Quest’anno i super ospiti che hanno calcato il palco del PalaRomics erano davvero grandi: il primo ospite internazionale era il papà di Occhi di Gatto, City Hunter e Angel Heart, Tsukasa Hojo, un’icona nel suo genere, un maestro dal tratto pazzesco e inimitabile. I suoi disegni eleganti hanno conquistato tutto il mondo. I suoi personaggi così realistici, dall’aria occidentale, così profondi, l’hanno reso uno degli autori per eccellenza del nostro tempo. L’onore di averlo per la prima volta in Italia e sul palco romano è stata una grandissima emozione e i fan sono davvero impazziti di gioia. Ha più volte sottolineato quanto l’Italia sia stata calorosa e affettuosa con lui e che spera di tornare presto, per la gioia di tutti noi.
Il secondo ospite premiato, in ordine di scaletta, è stata la grande eccellenza italiana Massimo Rotundo. Una carriera che ha attraversato l’oceano e che ha toccato il disegno a 360°. Un autore da 5 stelle, Rotundo ha lavorato come character designer e sketch artist per film hollywoodiani quali Titus e Gangs of New York. Ma anche disegnatore per Tex, pittore, insegnante e cofondatore della Scuola Romana del Fumetto. E ultimo, ma non per importanza, il primo Romics D’Oro ad un’eccellenza nell’ambito del cinema. Solitamente infatti, insigniti di questo premio erano solamente fumettisti e artisti legati al disegno. Quest’anno infatti sale sul palco del PalaRomics anche un attore, un Martin Freeman che infiamma il pubblico con urla e applausi scroscianti. Tutto il padiglione è pieno e la folla ha gli occhi pieni di gioia nel vedere il proprio idolo davvero lì, davanti ai loro occhi. Film come Lo Hobbit, come la serie TV Sherlock, Fargo, l’hanno consacrato come uno degli attori migliori degli ultimi anni. Col suo accento inglese, possiamo ufficialmente dire che ha conquistato i cuori di tutto il PalaRomics in quei pochi minuti lì con noi.
Ma un’altra fantastica ospite che ha trasformato il PalaRomics in un’arena di migliaia di voci in festa è stata Cristina D’Avena, la mamma delle sigle dei cartoni animati, la voce della nostra infanzia e della nostra generazione, dei sogni di bambini un po’ grandi che ancora non sono cresciuti, come noi lì, tra il pubblico. Cristina D’Avena è stata la Special Guest di questa edizione e importante è stata la sua performance anche come chiusura ad hoc dopo la presenza di Tsukasa Hojo e, lo sappiamo, con Occhi di Gatto, la cantante ha davvero ottenuto un grande successo. La cantante riesce a intrattenere il pubblico come una vera professionista, a creare veri e propri cori da stadio con le sue hit più belle e più famose, Mila e Shiro, Kiss me Licia, Piccoli problemi di cuore, Memole, L’incantevole Creamy, Dragon Ball, Holly e Benji e tante altre. Inoltre porta alcune delle sigle reinterpretate assieme a nomi della musica italiana contemporanei quali Loredana Berté, Noemi, Annalisa, Ermal Meta e tanti altri nel suo nuovo cd Duets. Cristina D’Avena, che dal vivo sembra ancora più dolce e tenera, è davvero una bambina senza tempo che non ha mai smesso di sognare. Proprio su quel palco ci dice una frase davvero bella. Ossia che i cartoni animati, leggere un fumetto, giocare a un videogame, sono fondamentali nella nostra vita. Ci aiutano a vivere meglio una vita piena di difficoltà e incertezze e,secondo lei, dovremmo sempre avere un momento per tornare bambini e sognare, perchè ci aiuta ad essere più giovani e più belli. Che sia questo il segreto di Cristina per sembrare davvero un’eterna bambina?
Come ogni anno non poteva mancare il consueto ed attesissimo Romics Cosplay Award. Cosplayers da ogni parte d’Italia si sono radunati per darsi battaglia a suon di scenografie complesse, emozionanti interpretazioni e costumi fenomenali. Un mondo di colori e dedizione che non smette mai di sorprenderci.
A trionfare quest’anno sono stati Francesca Aliberti e Guglielmo Zamparelli, che con la loro versione di Mulan e Li Shang hanno ottenuto la possibilità di rappresentare l’Italia nella prossima gara C4 Clara Cow’s Cosplay Cup, e Veronica Neri, vincitrice dell’ambito viaggio in Giappone, grazie alla sua interpretazione di Cersei Lannister.
A colorare ulteriormente questa edizione, ha contribuito anche il Body Art Contest, dove body painter dal talento incredibile hanno fatto sfilare le loro affascinanti opere viventi, tutte con una diversa sfumatura del paese del Sol Levante, tema portante del contest, impressa sulla pelle.
Una volta terminata la fiera, felici e eccitate per un’esperienza così bella e divertente che ci aveva lasciato così tanto in poco tempo, mentre attraversavamo i padiglioni ormai, ahimé, lasciandoci alle spalle il Romics, con un po’ di malinconia, nel nostro cuore già non vedevamo l’ora di partecipare all’appuntamento successivo della fiera, quello autunnale, per un’altra fantastica avventura.
Arianna Lomuscio & Antea Ruggero
Foto di Roberto Fioravanti