Nello spazio di LetteralMente Donna di oggi, una donna che ha saputo dare un contributo importante al mondo scientifico, ma i cui meriti le sono stati riconosciuti solo dopo la sua morte. Il suo nome è Rosalind Franklin e questa è la sua sua storia

Rosalind Franklin, dalla battaglia con il padre alla laurea

LetteralMente Donna è dedicata a Rosalind Franklin, fonte brewminate.com
Rosalind Franklin, fonte brewminate.com

In questa stretta collaborazione fra gli istituti di Cambridge e Londra, è difficile individuare tutti i contributi forniti dai singoli ricercatori, ma ciò con cui Miss Franklin contribuì fu la tecnica di preparazione e di acquisizione dei diffrattogrammi ai raggi X delle due forme idratate dell’acido desossiribonucleico, nonché l’applicazione dei metodi analitici basati sulle funzioni di Patterson con cui dimostrò che la struttura veniva descritta meglio da una doppia elica di nucleotidi, nella quale gli atomi di fosforo giacciono all’esterno“. È quanto scrive sul suo necrologio John Bernal che era capo del suo laboratorio al Birkbeck College riconoscendo dai primi l’enorme contributo scientifico dato da Rosalidn Franklin allo studio del DNA.

Un risultato per cui la Franklin non ha mai avuto il giusto premio ed ha dovuto lottare contro il pregiudizio non solo di persone esterne ma anche della sua stessa famiglia. Il padre infatti non voleva che la Franklin intraprendesse studi scientifici perchè non li considerava adatti ad una donna. Questo però non fermò la giovane Rosalind che a soli diciott’anni riuscì ad entrare a Cambridge per poi laurearsi in scienze naturali nel 1942.

Il King’s College

La guerra in corso spinse poi la Franklin verso lo studio della cristallografia e delle molecole prima come assistente al British Coal Utilization Research Association (BCURA) dove studio quelle del carbone e della grafite e poi come ricercatrice al Laboratoire Central Services Chimique de l’Etat di Parigi. Qui in Francia visse gli anni più felici della sua vita grazie a colleghi molto calorosi e si specializzò nella diffrazione a raggi X. Poi entrò a far parte nel 1951 del l laboratorio di J. T. Randall del King’s College di Londra.

La misoginia e la scoperta del DNA

La situazione che Rosalind Franklin trovò al King’s College fu pessima. Non riuscì infatti ad accettare quel sistema d’inferiorità che gli scienziati maschi del posto riservavano alle donne e si distinse per il suo carattere deciso e determinato. In particolare i suoi rapporti furono pessimi con il collega Maurice Wilkins che stava studiando la struttura del DNA. Questi pretendeva che la Franklin condividesse con lui tutte le sue scoperte e riteneva che ella fosse stata chiamata come sua assistente esperta. La Franklin dal canto suo decise di dover lavorare in autonomia accanto al suo studente Raymond Gosling.

Nonostante il clima difficile, grazie alla sua esperienza nella diffrazione a raggi X, Rosalind Franklin riuscì realizzare delle immagini bellissime e dettagliate che le permisero di andare oltre la conoscenza della forma A del DNA ma di arrivare anche ad analizzare quella B e ricavarne dati sulla sua densità, sul suo contenuto nell’acqua e sull’esatta posizione degli zuccheri in questa molecola. Un esempio di queste è senza dubbio la famosa “Fotografia n 51” che fu essenziale per identificare la struttura esatta del DNA ossia la doppia elica.

Il mancato riconoscimento

Fu Wilkins a mostrare, dopo aver realizzato una copia di nascosto, una foto della Franklin a Francis Crick e James Watson interessati a scoprire per primi la struttura del DNA. Il loro capo al laboratorio Cavendish Max Perutz, gli mostrò il rapporto sulla forma B della Franklin per il British Medical Council. Da questi dati Watson e Crick dedussero la loro struttura a doppia elica del DNA e pubblicarono nel 1953 un famoso articolo sull’eminente rivista Nature insieme ad uno di Wilkins e solo in ultimo quello della Franklin.

Crick e Watson vinsero il Nobel per la Medicina grazie a ricerche effettuate sulle foto della Franklin che, essendo scomparsa nel 1958, non ebbe mai nessun riconoscimento per le sue grandi scoperte. Lo stesso Watson, dopo averne parlato male, citò nel suo libro “La doppia elica” , come riportato da Enciclopedia delle donne, quelle “lotte che una donna intelligente deve affrontare per essere accettata nel mondo scientifico, che spesso considera le donne nulla più che un piacevole diversivo dal lavoro serio.”. Oggi Rosalind Franklin è un’icona femminista.