RUGBY, lo sport dei gentiluomini

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Di Redazione Metropolitan

 

Il Rugby: uno sport duro giocato da gentiluomini, un percorso tra storia, caratteristiche e fondamenti nel mondo della palla ovale.

“A Rugby si gioca con le mani  e con i piedi ma in particolare con la testa e con il cuore”  cosi citava questo sport lo storico giocatore della nazionale italiana Diego Dominguez e, come non credere a colui che con le sue giocate ha fatto innamorare una generazione intera di questo sport. Difatti con le sue mete, quinto marcatore di tutti i tempi nella storia del rugby, l’ argentino naturalizzato Italiano ha trascinato la nazionale azzurra ad importanti successi, con la coppa FIRA nel ’97 e l’ ingresso al 6 nazioni, fino alla prima storica vittoria contro la nazionale scozzese, campione in carica del torneo. Un movimento che grazie anche a questi importanti risultati è in continua crescita nel nostro paese. Un paese più attento sicuramente alle vicende calcistiche rispetto ad ogni altro sport.

Un movimento che, come abbiamo detto è in continua crescita, riuscendo a stare tra le prime 10 nazionali più forti ed avere ben 2 franchigie italiane nel GuinnesPro 14, uno dei campionati di maggior rilievo nel mondo della palla ovale.

Ma prima di parlare di ciò facciamo un passo indietro e andiamo a vedere l’ origine di questo sport. La storia ne attribuisce la nascita a William Webb Ellis, studente della città di Rugby, nella contea di Warwickshire, in Inghilterra che, in occasione di una partita di calcio nel lontano 1823 prese la palla con le mani ed incominciò a correre verso la porta avversaria fino ad arrivare sulla linea di fondo campo e schiacciarla per terra. Un gesto che spiazzò tutti i presenti lasciando una certa curiosità tra gli spettatori per il gesto effettuato. Da lì la nascita di questo sport che, con il passare del tempo si è regolamentato fino ad arrivare ai giorni nostri. Ad oggi le caratteristiche principali del rugby più diffuso, ovvero quello a 15, sono quelle di essere un sport di squadra che vede affrontarsi sul campo da gioco 2 squadre composte da 15 giocatori ognuna, l’obiettivo del gioco è arrivare sul fondo del campo avversario, ovvero la linea di meta, con la prerogativa di poter passare la palla ovale solo indietro ai propri compagni tramite le azioni di gioco, che si possono muovere tra touche,drop, calci piazzati e mischie.

A fine partita la squadra che ottiene più punti tra le varie azioni di gioco è la vincitrice della sfida. Un’ altra caratteristica principale di questo sport è il placcaggio, rendendo nell’immaginario collettivo questo uno sport violento, ossia il modo in cui la squadra che si difende ha la possibilità di bloccare l’ azione offensiva avversaria per recuperare la palla, il placcaggio consiste nell’urtare fisicamente con forza il giocatore che detiene il possesso della palla con lo scopo di farlo cadere a terra, una volta a terra il giocatore è costretto a non tenere la palla bloccata per far continuare l’ azione.  Ogni partita è composta da 3 tempi; 2 tempi da 40 minuti in cui le squadre si affrontano in campo ed un terzo tempo fuori dal campo in cui giocatori e dirigenti di entrambe le squadre discutono sulla partita e bevono birra in modo conviviale che, mette in luce lo spirito di questo sport.

Placcaggi e terzo tempo sono infatti croce e delizia del rugby. Se sul campo può sembrare uno sport fisico molto duro in cui il contatto è prerogativa fondamentale sul campo, fuori dal terreno di gioco alcuna sensazione di astio o rancore tra i giocatori, che nonostante i duri colpi rimediati in partita, fuori dal campo tutti insieme, per festeggiare questo incredibile sport, il rugby. Non solo una consuetudine ma, una vera e propria regola che impone alla squadra di casa di ricevere in modo accogliente la squadra ospite. Un’ attività che viene affrontato con spirito di lealtà, rispetto degli avversari, sacrificio per i compagni ed altruismo. Uno sport che si gioca con la testa e con il cuore appunto, insegnando ai ragazzi etica e valori sociali che, anche quando sei pronto ad affrontare gli avversari insieme ai tuoi compagni, lo stare in campo, prendere la palla e correre con un mucchio di energumeni che ti si piombano addosso e, i tuoi compagni sempre pronti a sorreggerti.

Non solo uno sport ma, il rugby ha dimostrato di essere qualcosa di più, un collante sociale che ha cambiato le sorti di un paese come il Sud Africa che, nel 1995 vinse la prima coppa del mondo della propria storia, giocato proprio a casa, giocato l’ anno successivo alle elezioni da presidente di Nelson Mandela. Negli anni il paese  era afflitto da una politica segregazionista conosciuta come apartheid che, condizionò la storia del paese dal dopoguerra in poi. Fino a quel giorno, quello della finale contro la Nuova Zelanda, quello di una storica vittoria che, ha visto festeggiare un’ intera nazione, mettendo da parte almeno per quel giorno i rancori per l’ ostilità razziale che aveva afflitto il paese per decenni. Una storia che ha ispirato diversi libri ed il film Invictus del 2009 diretto da Clint Eastwood.

Questo è lo sport, non solo imparare delle regole per giocare, il potere che, lo sport contiene in sé è molto più ampio e, può essere più forte di qualsiasi barriera. In gran parte d’ Europa il movimento rugbystico è una grande realtà al pari di altri sport, in Italia il movimento è in continua crescita, sia a livello maschile che, femminile. Le ragazze dell’ Italrugby nell’ ultimo sei nazioni ci hanno regalato belle emozioni, riuscendo a togliersi parecchi sfizi con alcune vittorie, raggiungendo il settimo posto nel ranking mondiale. Simbolo di uno sport che è seguito anche nel mondo femminile.Il calcio è certamente lo sport nazionale, le nostre madri sin da piccoli non amavano l’ idea di farci praticare uno sport in cui il contatto fisico è uno dei primi insegnamenti e vederci tornare a casa pieni di fango. Uno sport che nell’ immaginario collettivo si danno botte da orbi ma come citato porta dentro di se i valori etico e morali che si ritrovano in questo sport, In un momento in cui viviamo lo sport con esempi di violenza ed irregolarità, a dimostrazione che, questo sport non contiene in se il sinonimo di violenza e brutalità ma, pace ed amore per lo sport e per la coesione sociale. Vi diamo il benvenuto in questo bellissimo mondo, il rugby per affrontare un viaggio alla scoperta di tutto quello che ci regala questo sport.

FABRIZIO GRAZIOSI