Rupert Everett, il bell’inglese che fece impazzire le donne a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, nasceva oggi, 29 maggio, nel 1959. Sebbene sia sempre stato un’icona della comunità gay, il gentil sesso non mancò di fantasticare su di lui per diversi anni. Tuttavia, oltre al suo encomiabile stile, al suo fascino tutto britannico, non ci si può dimenticare delle sue indiscusse abilità recitative, le quali lo resero un attore di successo anche dalle nostre parti.
Rupert Everett sex symbol proibito
Come detto, Rupert Everett si pose sin da giovane come sostenitore della comunità omosessuale, facendo coming out ad appena quindici anni. Questa sua caratteristica, lo portò a interpretare personaggi omosessuali sin dai primi film, come in “Another Country” (1984), nel quale indossò i panni di una spia doppiogiochista dalle chiare inclinazioni omosessuali. Grazie a questa pellicola, riscosse un grosso successo, tanto da recitare in film come “Tolérance” (1989), “Cortesie per gli ospiti” (1990) e “Pret-à-porter” (1994). Divenuto un’icona di bellezza maschile, nel 1986, lo sceneggiatore Tiziano Sclavi richiede che il suo personaggio, Dylan Dog, assuma le sue fattezze. Per tale ragione, nel 1994, egli diviene Francesco Dellamorte, protagonista del film “Dellamorte Dellamore“, adattamento dell’omonimo romanzo di Sclavi, scritto pochi anni prima di Dylan Dog e suo prototipo.
“The moment I wake up…“
Senza dubbio, il film che lo consacrò maggiormente, soprattutto a Hollywood, fu “Il matrimonio del mio migliore amico” (1996), nel quale recitò a fianco di Julia Roberts e Cameron Diaz. Anche in questo caso, il suo personaggio era caratterizzato per essere un ambito scapolo che non celava affatto il suo essere gay. In seguito, amato in Patria per essere legato agli adattamenti delle opere di Oscar Wilde, lo si può vedere in “L’importanza di chiamarsi Ernest” (2003) e “The Happy Prince – Il ritratto di Oscar Wilde” (2018). Nel 2019, seppur per una breve apparizione, ha fatto parte del remake de “Il nome della rosa“, miniserie tratta dal celebre romanzo di Umberto Eco.
MANUEL DI MAGGIO
Seguici su Facebook e su Instagram
Seguici su Metropolitan per rimanere sempre aggiornato