Russia-Ucraina: la fine della Globalizzazione

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Di Redazione Metropolitan

Abbiamo precedentemente affrontato un tema di fondamentale importanza per inquadrare a livello geopolitico il conflitto russo-ucraino (qui). Questa guerra, su un piano storico-concettuale, è una guerra di distacco: rappresenta la fine del New World Order, e con esso, la fine della globalizzazione.

Globalizzazione, un (quasi) lontano ricordo

Dopo l’inizio della pandemia da Covid19, il mondo ha seguito uno sviluppo economico diverso rispetto a prima. Questa condizione, già grave sul piano mondiale, si è ulteriormente deteriorata nelle ultime settimane. Se il conflitto rappresenta a tutti gli effetti una questione russa, le sue conseguenze economiche si riverseranno inevitabilmente su tutti noi.

Tornando sul discorso del Nuovo Ordine Mondiale, in piedi dalla guerra fredda, esso si è conformato come un necessario, e (solo ipoteticamente) vantaggioso sistema di controllo e dominio indiretto. Gli Stati Uniti, con Washington capitale idealistica di questo ordine, avrebbero inevitabilmente retto le redini del gioco, essendo l’unico paese in grado di farlo. E così è effettivamente stato. Uno dei meccanismi utilizzati dal NOM per assicurare un “uniforme” sviluppo economico, volto al disinflazionismo, è la globalizzazione. Quest’ultima ha portato nel tempo un’uniformità di quasi tutti i paesi nell’essere economicamente dipendenti dagli altri. Per qualcuno questa dipendenza può configurarsi come un successo, avendo creato nuove reti di rapporti commerciali, ma su un piano concreto i paesi indipendenti sul piano energetico-economico si sono arricchiti, gli altri no.

Russia-Ucraina: conseguenze economiche

Se con il Covid è iniziata una fase di ricerca di beni più interna ai paesi stessi da parte dei cittadini, sono soprattutto le aziende, ormai specializzate a livello regionale e con la necessità di fornire prodotti nel minor tempo possibile che hanno permesso di avviare un nuovo processo di indipendenza economica. Il primo problema di questo processo è evidente, ed è l’inflazione. Con l’aumento dei prezzi di beni e servizi, una sostanziosa riduzione dei salari, e gli aumenti in generale di tasse e bollette, la strada verso una fase inflazionistica è praticamente inevitabile. Questo è il pensiero di Larry Flink, CEO di BlackRock, e Fréderic Leourx, membro degli investimenti strategici di Carmignac. Analizzando i dati evidenti, sono proprio loro due a sostenere la fine della globalizzazione. Alla fine dei conti, l’Unione Europea in particolar modo ha un forte bisogno di avviarsi verso l’indipendenza economica ed energetica. Le sanzioni imposte alla Russia rappresentano un ostacolo enorme sia per Mosca, che ha inevitabilmente aumentato i prezzi di esportazione, sia proprio per l’UE, che non può smettere di acquistare risorse da un momento all’altro rischiando di sfociare in un blackout totale. Cercare la soluzione a queste problematiche, senza poter contare su una propria base di indipendenza, è follia. Non basta cambiare i paesi da cui acquistare tali beni: il gas liquido statunitense impiega tempi e prezzi più alti di esportazione, (tra l’altro con una parte del gas acquistato che evapora prima di giungere a destinazione); andrebbero per di più costruiti impianti per il suo trattamento, per ora assenti. Per quanto riguarda il petrolio, nemmeno in questo caso la questione è così semplice, in quanto Emirati Arabi e Arabia Saudita non appoggiano l’aumento di produzione.

Un sistema nuovo

Ciò su cui molti economisti concordano, è la nascita di un ulteriore Ordine Mondiale, volto a stabilire nuove tipologie di rapporti, che dovranno essere basati su un’indipendenza economico-energetica di base. Questo è un processo lungo, lento, e che apparirà estremamente dispendioso. Ciò che va compreso di questo conflitto, al di là della guerra stessa, è che tutto ciò che si è tentato di costruire fino ad ora sta vacillando. Quel sistema tanto desiderato, e tanto sostenuto, ha dimostrato di non essere in grado di far fronte a crisi di sorta. Ora più che mai siamo spettatori e protagonisti di una nuova Era, che dovrà basarsi su ideali e target completamente diversi.

Il vecchio Nuovo Ordine Mondiale si prepara ad uscire di scena, e lo farà lasciandosi alle spalle una crisi con pochi precedenti.

Di Scorsoni Lorenzo