“Short n’ Sweet” non è solo il titolo del nuovo album di Sabrina Carpenter, ma una descrizione calzante della stessa interprete. Classe 1999, Sabrina si è fatta conoscere per il ruolo di Maya Hart in Girl Meets World, sequel della storica serie Boy Meets World (nota in Italia come Crescere, che fatica!). Nonostante i trascorsi disneyani, tuttavia, la cantautrice originaria della Pennsylvania ha saputo discostarsi in modo intelligente dall’immagine fanciullesca e innocente che il colosso statunitense tende a imporre ai suoi adepti, mettendo in evidenza autonomamente talento e personalità.
Accumulatrice seriale di certificazioni d’oro e di platino, adorata dal suo fandom, ha cementato il suo successo nel 2022 con Emails I can’t send. Prodotto dalla Island Records e trascinato dal brano Feather, è apparso nei “Best of” di Rolling Stone e Billboard. La sua tournée promozionale l’ha portata ad esibirsi in Nord America, Brasile, Asia ed Europa. Di recente, inoltre, è stata il supporto diretto di sua maestà Taylor Swift durante diverse tappe dell’Eras Tour. Ad aprile, Carpenter ha debuttato al Coachella, riscuotendo ottimi consensi. Poco prima del festival, ha pubblicato il singolo Espresso, che ha raggiunto il primo posto in classifica nel Regno Unito e in Australia, oltre alla Top 5 negli Stati Uniti e alla vetta su Spotify a livello globale. L’estratto successivo, Please Please Please, è schizzato direttamente alla prima posizione, sbaragliando la concorrenza. Ieri, 23 agosto, l’attesissimo disco che contiene entrambi i brani, ha finalmente visto la luce.
Sabrina Carpenter: la genesi di Short n’ Sweet
Sabrina Carpenter aveva promesso la scarica di energia che solo un buon caffè può donare, e non ha disatteso le aspettative. Short n’ Sweet è un gioiellino pop fresco e ammaliante, in linea con i due singoli che l’hanno anticipato. La popstar non ha paura di mostrare il suo girl power, in un sapiente gioco di seduzione ed ironia, con una consapevolezza e una maturità acquisita negli anni di esperienza, che le consentono di giocare con il pubblico e di raccontarsi, in una chiave assolutamente originale. L’album, d’altronde, vanta un team di tutto rispetto; è stato scritto insieme ad Amy Allen, Julia Michaels e Steph Jones, con John Ryan, Julian Bunetta e Jack Antonoff, produttore, tra gli altri, di una certa Miss Swift.
Le dodici tracce che lo compongono ci offrono una visione a 360° del fenomeno Sabrina, andando al di là del ritmo accattivante, della sua voce cristallina e suadente e del suo riconoscibilissimo look. Short n’ Sweet è l’opera più personale della cantante americana, oltre che la più onesta e coerente. Prima artista donna ad ottenere la cima della Billboard Global 200 e Global Ex-US contemporaneamente con due canzoni diverse, è certamente la rivelazione dell’anno, ma è anche molto di più. Siamo abituati a vedere stelline della Disney esplodere all’improvviso sulla scena musicale, per poi essere fagocitate da un sistema che schiaccia la persona per plasmare il personaggio.
Abbiamo empatizzato con le difficoltà di Demi Lovato, sofferto per i problemi di salute di Selena Gomez, ci siamo preoccupati per Bella Thorne. Abbiamo visto Miley Cyrus toccare il cielo con un dito, per poi essere criticata ferocemente alle prime avvisaglie d’indipendenza. L’abbiamo ammirata mentre rinasceva dalle sue ceneri, più forte di prima, ma a che prezzo? È un mondo difficile quello dello showbiz e, quando questo si mescola con il mercato discografico, può diventare insostenibile per una giovane ragazza. Sabrina, però, non sembra temere le pressioni e i detrattori.
La tracklist di Short n’ Sweet
Ad aprire le danze è Taste, uscito in concomitanza con il disco e balzato immediatamente alla numero due. Condito con una giusta dose di malizia, il brano è una dedica non troppo affettuosa al suo ex, al quale augura di continuare a sentire, anche in futuro, il suo sapore anche sulle labbra di altre ragazze. Taste s’inserisce perfettamente nel tema delle revenge song, filone che vanta numerose accolite tra le sue colleghe, da Carly Simon (You’re So Vain) ad Alanis Morissette (You Oughta Know), fino ad arrivare alla “nemica” Olivia Rodrigo (Deja Vu, Good 4 U). Il sottinteso, ma non troppo, desiderio di vendetta traspare chiaramente nel video del pezzo, che vede protagoniste la stessa Sabrina e Jenna Ortega. Le due si contendono un ragazzo e si sfidano a colpi di coltelli, asce e armi varie, ricalcando Meryl Streep e Goldie Hawn nello strepitoso cult movie del 1992 La morte ti fa bella.
Un sound vagamente vintage, che ben si sposa con il carezzevole falsetto di Sabrina Carpenter è la ricetta perfetta per una hit. Mix riuscitissimo di disco, pop e country, Please Please Please ha bissato la fama di Espresso. Il secondo estratto di Short n’ Sweet è un monito esplicito nei confronti del suo fidanzato, Barry Keoghan (Saltburn, Dunkirk), che viene invitato a comportarsi bene e a non confermare i dubbi e le perplessità che la ragazza nutre circa il loro rapporto. Il colpo di genio, anche in questo caso, sta nel videoclip, in cui appare proprio l’attore irlandese. Della serie, uomo avvisato. Cambio repentino di sonorità per la terza traccia, Good Graces, che vira in modo più deciso verso il pop anni 2000, con un pizzico di R’n’B. Il tema, invece, resta lo stesso: i legami sentimentali. Può la dolcezza di un amore trasformarsi in un aspro odio? A quanto pare sì, e gli uomini dovrebbero rendersi conto di non essere insostituibili. Meglio restare nelle grazie di Sabrina, che averla come nemesi.
Sabrina Carpenter: dediche ambigue e tazzine di caffè
Atmosfere che ricordano parzialmente quelle dell’album 1989 di Taylor Swift e una più spiccata delicatezza nel timbro di Carpenter rendono Sharpest Tool meno scherzosa e più amara delle precedenti tracks, a dimostrare la sua versatilità. Un coro allegro e divertente contrasta, senza però stridere, la narrazione più classica che ci sia: il triangolo amoroso. Un uomo indeciso, con il piede in due staffe, che saltella tra un’opzione e l’altra. Non proprio un esempio di virtù e affidabilità, che merita di essere sbeffeggiato, proprio come fa Sabrina in Coincidence. Bed Chem è esplicita, molto esplicita, e sa di esserlo. Un brano retrò, che racconta il primo incontro con il suo partner (o ex partner? Il gossip è scatenato). Lo fa divertendosi, come la stessa Carpenter ha confidato a Paper Magazine: «La mia amica Paloma e io abbiamo coniato il termine (bed chem). Sono andata in studio quel giorno e ho pensato, “Ho questo titolo e questa idea, e dobbiamo renderli sexy e un po’ poco seri allo stesso tempo perché è un concetto così ridicolo”».
A mantenere alto il livello di adrenalina ci pensa Espresso, primo estratto dell’album, che ha catapultato Sabrina nel firmamento delle star. Paragonandosi a un espresso, appunto, l’interprete rivendica tutto il suo potere. Sa di essere attraente e stimolante, al punto di entrare nei pensieri del suo lui e non abbandonarli mai più. Il brano è stato amato trasversalmente, anche dagli altri musicisti; Adele, ad esempio, ha confessato di ritrovarsi spesso a canticchiarlo, quando è sovrappensiero. Segno che il ritornello ha fatto centro.
Dolly, Taylor, Katy: tutte le anime di Sabrina Carpenter
Fonte d’ispirazione per Dumb & Poetic, la più intimista e drammatica tra le tracce, è certamente Lorde. Sabrina modula la sua voce in un modo che ricorda molto l’autrice di Royals, raggiungendo picchi di sentimento fino ad allora sopiti. Dumb & Poetic è probabilmente l’outsider dell’intero album, ma non per questo meno efficace. Pickins tira fuori la Dolly Parton che è in lei; una traccia country accorata e sussurrata, che mostra una maturità superiore rispetto a quelle più veloci e scanzonate. Juno è un chiaro riferimento all’omonimo film del 2007 con protagonista Elliot Page. «If you love me right, then who knows?», canta Sabrina, «I might let you make me Juno». Poco spazio all’immaginazione, insomma.
Lie to Girls and Don’t Smile chiudono il disco, e lo fanno in stile Carpenter; sarcasmo, linguaggio estremamente esplicito ma bisbigliato con nonchalance e ammiccamenti con un significato nascosto. Nell’edizione in vinile, inoltre, è presente la bonus track Needless To Say. Una sorta di rito scaramantico, probabilmente: in Emails I can’t send, Feathers, che poi si rivelò il brano di maggiore successo, era presente solo nella deluxe edition. Short n’s Sweet non ha la pretesa di essere un capolavoro, ma ha dalla sua parte un’arma infallibile, la leggerezza. La cantante non si prende troppo sul serio, scherza e si destreggia tra ritmi anni Ottanta, frecciate ben assestate. Affila le lame di un pugnale, ma lo fa con un sorriso languido. Un po’ Taylor, un po’ Katy Perry, un po’ Miley, 100% Sabrina Carpenter.
Federica Checchia
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