Al centro dell’indagine una consulenza di 5.000€ affidata dalla Fondazione per il Libro al suo ex capo ufficio stampa, Luca Pasquaretta.
Chiara Appendino è indagata e verrà ascoltata dai pm in merito all’ipotesi di concorso in peculato, ma si dichiara tranquilla e pronta a collaborare con la procura.
Le indagini
I fatti risalgono all’estate del 2017 e riguardano una consulenza dell’importo di 5000€ affidata a Luca Pasquaretta quando quest’ultimo era ancora capo ufficio stampa del sindaco e che restituì non appena scoppiarono le polemiche.
L’indagine a carico dell’Appendino segue quelle sul presunto falso del bilancio comunale in relazione ai debiti con la società immobiliare Ream e per i fatti avvenuti in piazza San Carlo nella sera della finale di Champions League Juventus-Real Madrid, dove morirono due persone e ne rimasero ferite più di 1600.
Le dichiarazioni
“Per trasparenza nei confronti dei cittadini – scrive Chiara Appendino sul suo profilo Facebook – vorrei rendere noto che ho ricevuto un avviso di garanzia con riferimento alle indagini per la consulenza affidata dalla Fondazione per il Libro al mio ex capo ufficio stampa per un valore di 5.000 euro lordi e che lui già restituì a suo tempo”.
“Quando, alcuni mesi prima dello svolgimento del Salone del Libro, – prosegue l’Appendino – circolò sui giornali questa ipotesi, risposi in aula a un’interpellanza dichiarando che non era assolutamente intenzione dell’amministrazione procedere in tal senso. Nonostante questa posizione, quella consulenza venne comunque affidata dalla Fondazione”.
“Secondo la ricostruzione dei pm questa consulenza non fu poi svolta dall’interessato e, per questo, viene ipotizzato il peculato. Spetterà a lui difendersi e eventualmente ai giudici stabilire chi ha ragione. Nel mio caso si ipotizza il concorso nello stesso reato poiché, secondo i pm, la consulenza sarebbe stata affidata e pagata, cito testualmente, con il mio accordo. Sono tranquilla e, quando in settimana verrò ascoltata dai pm, offrirò loro tutti gli elementi in mio possesso e di mia conoscenza per difendermi da questa ipotesi e provare la correttezza del mio operato”, conclude Appendino.
SEGUICI SU
FACEBOOK
TWITTER
INSTAGRAM