La salute mentale è da sempre un argomento che genera tabù, pregiudizi e falsi miti. Si tende erroneamente ad indicare le persone con problemi di salute mentale come fragili e pericolose ma è davvero così? Il mito poi è un alone che circonda anche la stessa psicoterapia vista troppo spesso solo attraverso il filtro mediatico di film e romanzi che ne forniscono un errata rappresentazione.
I falsi miti sulla salute mentale
Un problema di salute mentale è una malattia rara? Chi va in terapia è fragile e pericoloso? Sono alcune delle domande che ci si pone spesso sui problemi mentali generando incomprensioni e falsi miti. Si può dire in verità che durante la sua vita una persona su quattro avrà problemi di salute mentale. Disturbi che non esistono, come spesso erroneamente si crede, solo nelle testa del malato ma dipendono da fattori esterni. Si può infatti andare in terapia a seguito di un grave evento come un divorzio o un lutto oppure a causa di fattori socioeconomici come la povertà. Ovviamente non vuol dire che queste persone in cura siano necessariamente deboli e fragili ma che molto spesso i problemi di salute mentale sono modi diversi di affrontare situazioni di grandi sofferenze.
Un altro falso mito è quello che secondo cui la persona in terapia psicologica sia pericolosa o da tenere al distante. Al contrario si tratta molto spesso di persone vittime d’incomprensioni, pregiudizi e per nulla violente. Persona che attraverso la terapia e il recupero possono guarire dalla loro malattia imparando a gestire le proprie esperienze e i propri sintomi. Una verità che sfata un altro mito in base a cui le persona affette da problemi di salute mentale non potrebbero guarire e reinserirsi socialmente ma resterebbero malate per tutte la vita.
Cos’è la psicoterapia veramente
La psicoterapia viene molto spesso vista attraverso fiction e romanzi che ne danno quasi sempre un’errata rappresentazione. Lo stereotipo dello psicologo che ascolta il paziente sdraiato su un lettino è ormai superato dalla moderna psicoterapia in cui è previsto un rapporto dialogativo e collaborativo con il paziente che spesso si trova svolgere anche compiti a casa. Si viene a creare così un rapporto in cui, contrariamente a quanto si pensa, lo psicologo tende a correggere attraverso la fornitura di strumenti adatti quelle dinamiche che generano nei pazienti sofferenza. Persone che decidono di iniziare la psicoterapia non perchè deboli ma perchè intraprendenti e consapevoli di non essere in grado di poter affrontare da sole i loro problemi.
Stefano Delle Cave
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