Salvini e la “pace fiscale”

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Di Redazione Metropolitan

Tra le promesse elettorali di Salvini ci sono anche quelle riguardanti il fisco. Il leader della Lega si impegna per una rottamazione delle cartelle di Equitalia sotto i 100 mila euro. Da Ministro dell’Interno sfugge quale sia il suo ruolo in questa vicenda. L’unica cosa certa è che le cartelle sotto i 100 mila euro rappresentano il 94% del totale.

(Foto dal web)

“Dodicimila evasori totali sconosciuti al fisco e grandi evasori che hanno rubato una media di due milioni di euro a testa. Onore alla Guardia di Finanza che li ha scovati, ora tocca al governo semplificare il sistema fiscale, ridurre le tasse e, da subito, chiudere tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”

Queste le dichiarazioni di Matteo Salvini durante il suo intervento per il 224mo anniversario della Guardia di Finanza. “Pace fiscale” per il leader leghista, “condono” per le opposizioni, rimane il problema della sostenibilità dell’operazione. Secondo Salvini la “pax fiscale” dovrebbe portare nelle casse dello stato tra i 40 e i 60 miliardi di gettito. Stime al rialzo secondo il Partito Democratico che ritrova la compattezza su questo tema.

Si spacciano per rappresentanti del cambiamento e poi Salvini propone l’ennesimo condono, in piena  continuità con gli esecutivi della destra. Salvini propone di chiudere subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia sino a 100 mila euro. E’ questa la pace fiscale di cui parlava il contratto di governo? Eravamo facili profeti quando dicevamo che quelle parole non erano rivolte ai più deboli e a chi non ce la fa, ma nascondevano un altro condono diffuso. Un approccio sbagliato nel metodo, perchè gli introiti dello stato, secondo quanto rilevato dall’agenzia delle entrate, sarebbero di molto inferiori a quelli che il governo prevede di ottenere, e nel merito, perchè asseconda chi si sente più furbo degli altri“.

Dichiarazioni di Alessia Rotta, vicepresidente dei deputati PD che cita anche il contratto di governo Lega-5Stelle. In realtà nel contratto è presente un passaggio dove si parla di questo provvedimento, senza però accennare al tetto sotto al quale verrebbe applicato il condono. Il problema risiede proprio nell’individuazione di questa soglia che secondo Salvini dovrebbe essere di 100 mila euro. Oltre a includere la stragrande maggioranza delle cartelle (94%), creerebbe un pericoloso precedente dal punto di vista etico, favorendo di fatto tutti coloro che non hanno pagato. Questo aspetto va considerato data la nostra “cultura nazionale” in merito. Se è vero che moltissimi imprenditori sono costretti a licenziare e a chiudere a causa di una tassazione scellerata, è altrettanto vero che altrettanti italiani fanno del non pagare le tasse una ragione di vita. Dare una “mano di bianco” potrebbe indurre i più maliziosi a pensare che questa “pace fiscale” si sia resa necessaria per racimolare danari utili alle iniziative del governo del cambiamento, quali abolizione Fornero e reddito di cittadinanza. Se così fosse, sarebbe una dimostrazione di irresponsabilità, oltre che di enormi lacune in matematica. Non bastano.